Leasing prima casa? "È meglio del mutuo".
La nuova formula piace ai giovani e alle donne

Lunedì 19 Dicembre 2016 di Vincenzo Malatesta
Leasing prima casa? "È meglio del mutuo". La nuova formula piace ai giovani e alle donne
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La metà dei richiedenti è sotto i 35 anni e ha redditi fino a 55 mila euro, fascia che ha il massimo delle detrazioni

La casa in leasing piace soprattutto alle donne, molto agli under 35: il taglio medio delle operazioni ammonta a 200 mila euro e oltre il 55 per cento delle domande proviene dal Nord Italia. È quanto emerge dalla prima indagine sul leasing abitativo presentata dall’associazione del settore Assilea alla giornata di studio “Fare Casa: strumenti fiscali e finanziari per l’accesso all’abitazione”, organizzata in collaborazione con il ministero dell’Economia. E grazie alle detrazioni Irpef della legge di stabilità il leasing prima casa conviene più del mutuo, specie a coloro che hanno meno di trentacinque anni, ma non solo a loro.
 
Identikit di chi ha scelto il leasing
 
Assilea traccia l’identikit di chi ha chiesto finora un leasing abitativo: si tratta per lo più di lavoratori dipendenti, diplomati, con un’età media complessiva di trentotto anni. La metà dei richiedenti è sotto i trentacinque e ha redditi fino a 55 mila euro, cioè la fascia che ha il massimo delle detrazioni fiscali: il 19 per cento dei canoni di leasing, fino a un importo di 8 mila euro annui (1.520 euro annui); il 19 per cento del prezzo del riscatto, fino a un tetto di 20 mila euro (3.800 euro annui). L’altro 50 per cento dei richiedenti ha più di trentacinque anni e fruisce di agevolazioni dimezzate, che risultano comunque più convenienti del mutuo, laddove la detrazione del 19 per cento, per massimo di 4 mila euro, riguarda invece la sola quota degli interessi passivi.
 
Incentivi cumulabili

La formula del contratto è semplice: la società di leasing si obbliga a comprare o far costruire la casa secondo le indicazioni del cliente e poi la mette a disposizione dell’utilizzatore per un certo periodo di tempo in cambio del pagamento di un canone che può essere mensile, trimestrale o semestrale; scaduto il contratto, si può riscattare l’immobile a un prezzo prestabilito. Nel raffronto con il mutuo non si deve tener conto solo del valore finanziato perché il leasing offre altri vantaggi fiscali: non si paga l’imposta sostitutiva (0,25 per cento), nessun costo di iscrizione e cancellazione di ipoteca, imposta di registro ridotta sull’atto di acquisto. C’è poi la cumulabilità con altre agevolazioni: Iva al 4 per cento, 50 per cento dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni di nuova costruzione ad alto standard energetico, interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
 
Esempio pratico

I vantaggi del leasing prima casa rispetto al mutuo emergono da un esempio pubblicato dal ministero dell’Economia. Mettiamo che un trentaquattrenne con un reddito di 32,5 mila euro voglia una prima casa da 150 mila euro e facciamo un confronto tra un finanziamento in leasing e un mutuo, entrambi con durata di 20 anni e a un tasso del 2,9 per cento: nel primo caso il canone è di 592 euro, sulla base di un maxi-canone del 20 per cento sul costo dell’immobile, pari a 30 mila euro, e un prezzo di riscatto del 15 per cento, quindi 22,5 mila euro; anche nel secondo caso si deve anticipare il 20 per cento del costo dell’immobile, dunque 30 mila euro, di fronte a un prestito di 120 mila: la rata del mutuo è 660 euro.
 
Agevolazioni decisive

Veniamo ai risultati. Nel leasing la spesa lorda complessiva si attesta a 194 mila euro (tra maxicanone, canoni e riscatto), l’insieme delle imposte d’atto a 3.150, la detrazione fiscale a 31 mila, la spesa netta a circa 166 mila; con il mutuo la spesa lorda complessiva ammonta a 188 mila euro (tra somma anticipata e rate), l’insieme delle imposte a 2.250 (registro, ipotecaria, catastale, imposta sostitutiva), ma le detrazioni fiscali si fermano a 7.300: così la spesa netta sale a circa 183 mila euro, 17 mila in più rispetto alla prima ipotesi (cfr. la tabella in pagina).
 
Rata sostenibile

E il canone? Se il valore dell’abitazione è 200 mila euro e il reddito lordo dell’under 35 è 42.500, poniamo che la durata del leasing sia vent’anni, il maxi-canone al 15 per cento e il riscatto al 20: la rata sostenibile si attesta a 830 euro al mese e il risparmio fiscale a 34.200 euro. Per gli over 35, con le agevolazioni Irpef ridotte a metà, la spesa netta complessiva del leasing sarebbe inferiore di 3 mila euro rispetto al mutuo.
 
Regioni, quarto il Lazio
 

Nella graduatoria delle regioni il Lazio è al quarto posto con l’11,3 per cento delle domande di leasing abitativo presentate in Italia: lo evidenzia lo studio realizzato dall’associazione di categoria.  Prime a pari merito sono Emilia-Romagna e Lombardia con il 14,72 per cento delle richieste, secondo il Veneto con l’11,92 per cento: le prime tre regioni esprimono da sole il 41,3 per cento del totale. Poco conosciuto lo strumento al Sud: spicca solo il dato della Campania, al 4,46 per cento.
 
Senza lavoro, stop ai canoni

Se il venditore/costruttore fallisce, il contratto di leasing abitativo prosegue. Quando chi utilizza la casa perde il lavoro, scatta lo stop ai canoni fino a un anno senza spese e interessi. Se il cliente è inadempiente, la società di leasing deve corrispondergli l’importo realizzato dalla vendita del bene al netto dei canoni scaduti e non versati e del credito residuo in linea capitale. Sul contratto ceduto si paga l’imposta di registro proporzionale all’1,5 o al 9 per cento a seconda se chi subentra utilizza o meno l’immobile come prima casa.
 
 
Ultimo aggiornamento: 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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