Iva sugli e-book, l'Ue: «Paesi liberi di tagliarla allo stesso livello dei libri»

Giovedì 1 Dicembre 2016
Iva sugli e-book, l'Ue: «Paesi liberi di tagliarla allo stesso livello dei libri»
I Paesi Ue saranno liberi, se lo vorranno, di tagliare l'Iva per gli ebook e le pubblicazioni digitali allo stesso livello dei libri e giornali cartacei. È una delle norme del pacchetto legislativo della Commissione Ue, con cui riforma il sistema di funzionamento dell'Iva per l'e-commerce rendendolo più semplice. Le imprese dovranno registrarsi solo nel proprio Paese per pagarla, anche se vendono all'estero, mentre per evitare le frodi dai Paesi terzi come la Cina si elimina l'esenzione per le merci di piccolo valore.

L'obiettivo del nuovo pacchetto è semplificare il sistema esistente e aggiornarlo per sostenere lo sviluppo dell'e-commerce transfrontaliero, puntando su Pmi e start up, e completare le misure Ue, dopo quelle per mettere fine al geoblocking e la riforma del copyright, per realizzare il mercato unico digitale Ue. Bruxelles ha quindi deciso di consentire a quegli stati membri che lo vogliano e che di fatto già hanno aliquote Iva ridotte o zero per libri e giornali, di applicare lo stesso trattamento anche a quelli in formato digitale. Le altre misure chiave prevedono l'obbligo di registrazione da parte delle imprese che vendono online a un portale unico (One-stop-shop) nel proprio Paese per pagare l'Iva, tagliando i costi del 95%, e soglie comuni Ue che fanno scattare o meno il versamento dell'Iva nei Paesi dell'acquirente. Nel caso in cui le vendite online all'estero restino sotto i 10mila euro l'anno, le pmi dovranno pagare l'Iva solo nello stato in cui hanno la sede.

Una seconda soglia intermedia sino a 100mila euro di vendite online prevede una semplificazione delle regole per il pagamento dell'Iva, invece, nei Paesi dove risiedono gli acquirenti.
Sul fronte della lotta alla frode, Bruxelles intende eliminare il sistema attualmente in vigore che esenta dal pagamento dell'Iva tutte quelle piccole spedizioni di merci provenienti dai Paesi terzi, come per esempio la Cina, che non superano il valore di 22 euro, facilmente aggirabile e che finora ha creato gravi distorsioni sul mercato per le pmi europee. «È l'ultimo pezzo del puzzle» che «non solo spingerà le imprese più piccole e le start up ma renderà anche i servizi pubblici più efficienti», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip, mentre, ha sottolineato il commissario Ue Pierre Moscovici, «le imprese grandi e piccole che vendono all'estero online potranno ora gestire l'Iva nello stesso modo che vendendo nel loro stesso Paese».
Ultimo aggiornamento: 23:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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