Iva, Tria: aumento confermato in attesa di alternative. Stop di Di Maio e Salvini

Mercoledì 17 Aprile 2019
Iva, Tria: aumento confermato in attesa di alternative. Stop di Di Maio e Salvini
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L'aumento dell'Iva è confermato, «in attesa di alternative». A confermarlo è il ministro dell'Economia Giovanni Tria in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove ha sottolineato che «lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell'Iva e delle accise dal 2020-2021. La legislazione vigente in materia fiscale - ha spiegato - è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative».

Immediato lo stop di Di Maio e Salvini.

«È inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi», ha aggiunto Tria. «Nel Def viene affermato che tutto ciò che verrà fatto dovrà confermare la compatibilità degli obiettivi di bilancio e questo è molto importante ribadirlo». 

Nella risoluzione parlamentare sul Def «ci saranno certamente passaggi più dettagliati su tasse e burocrazia». Lo dice il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini parlando con i giornalisti alla Camera. Con la flat tax «si parte, si parte», assicura. «Le idee ce le abbiamo già chiare. Il ministro dell'Economia da sempre deve avere nella prudenza la sua dote migliore, noi stimoleremo un pò di coraggio», aggiunge.

«L'Iva non aumenta, l'Iva non aumenta, l'Iva non aumenta, non so se dirvelo in finlandese, ungherese... Non aumenta l'Iva, non c'è la patrimoniale, non si tassa la casa, non si tassa il risparmio». Lo dice il vicepremier Matteo Salvini, interpellato alla Camera. E la flat tax? «Cominceremo sul percorso della riduzione fiscale come già quest'anno», risponde.

 


Sulle rimodulazioni dell'Iva o sulla flat tax circolano «stime e simulazioni fatte anche un anno fa, a luglio scorso». Il documento «presenta obiettivi di debito e deficit confermando la legislazione vigente. L'aumento Iva è a legislazione vigente e questo Def non cambia questa legislazione, lascia aperto a quello che verrà deciso in seguito al dibattito politico e alle analisi di compatibilità che si stanno portando avanti» su «misure alternative».

«La legge di bilancio del prossimo anno continuerà, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Def, il processo di riforma della flat tax e di generare semplificazione nel sistema per alleviare il carico fiscale nei confronti del ceto medio», ha poi ribadito il ministro.

Il Documento di economia e finanza «conferma i pilastri dell'azione governativa: rafforzare l'inclusione e ridurre il gap di crescita» con gli altri Paesi europei «e il rapporto debito Pil, ha detto Tria, sottolineando che
«la strategia che si intende perseguire vede il rilancio degli investimenti pubblici come fattore fondamentale», insieme al sostegno alle imprese per l'innovazione tecnologica. Perché l'Italia riduca il gap di crescita con i partner europei «è anche necessario un cambiamento del modello di crescita europeo verso una promozione della domanda interna, senza pregiudicare la competitività».

I dati dei primi due mesi dell'anno sono «incoraggianti, la produzione ha invertito il trend negativo» e questi elementi «lasciano ritenere che la previsione per il 2019 sia equilibrata». «La revisione al ribasso delle stime di crescita risulta pienamente coerente con l'evoluzione della situazione economica generale» e «a dicembre era all'1% al di sotto dell'1,2% della Ue», ha detto Tria, sottolineando che questo «consente di sottolineare che il governo non ha affatto peccato di ottimismo» e che «le revisioni si sono rese progressivamente necessarie scontando l'andamento della seconda metà del 2018, inferiore ad attese che avevamo chiaramente indicato come rischi di previsione». 


«Le principali misure di politica fiscale sociale e previdenziale introdotte dal governo, flat tax per i professionisti, reddito di cittadinanza e quota 100 fanno parte della legislazione vigente i loro effetti sono stimati in modo rigoroso nel Def e contribuiscono a sostenere i consumi delle famiglie e il Pil già nel 2019, sebbene vengano introdotte in corso d'anno». «I canali attraverso cui agiscono - ha spiegato Tria - sono l'aumento del reddito disponibile sulle famiglie meno abbienti, che stimolerà i consumi, e, in secondo luogo, l'alleggerimento della pressione fiscale su imprenditori e professionisti, che stimolerà investimenti e occupazione».

«Quello che noi delineiamo nel Def è un percorso di previsioni e obiettivi che comporta la piena sostenibilità del debito e del rapporto debito-Pil, non c'è una sua crescita esplosiva ma la sua riduzione».

Per l'andamento dello spread «saranno importanti i piani del governo e l'incisività delle riforme, ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio», ha aggiunto, dopo aver sottolineato che il documento non tiene conto dei potenziali benefici di uno spread più basso, e che «i rendimenti italiani sono ancora troppo alti alla luce dei fondamentali della nostra economia, nonostante il miglioramento dopo l'intesa con l'Unione europea sulla legge di bilancio».

«Lo scenario macroeconomico programmatico poggia su obiettivi di finanza pubblica coerenti con le regole nazionali e comunitarie. Il perseguimento di questi obiettivi richiederà uno sforzo fiscale che nel breve termine inevitabilmente attenua il ritmo di crescita dell'economia, a parità di altre condizioni e ignorando retroazione favorevole che potrebbe pervenire dal minor livello dei rendimenti sui titoli di stato».

«L'aggiustamento di bilancio necessario a consentire gli obiettivi dichiarati nel Def nel triennio è significativo», ha detto Tria in audizione sottolineando che «gli obiettivi programmatici risultano sostanzialmente in linea con quanto previsto dalle regole europee e nazionali, sebbene puntino a miglioramenti del saldo strutturale più contenuti date le condizioni ancora difficili della nostra economia e il recente peggioramento congiunturale».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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