Irpef, il taglio delle tasse sul lavoro è legge: bonus strutturale di 100 euro al mese

Giovedì 6 Febbraio 2020 di Luca Cifoni
Irpef, il taglio delle tasse sul lavoro è legge: bonus strutturale di 100 euro al mese
1

Irpef, con la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventa legge il taglio del cuneo fiscale (ovvero le tasse sul lavoro) che grava sui lavoratori dipendenti. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri due settimane fa è quindi legge e produrrà benefici nelle buste paga degli interessati a partire dal mese di luglio. Ma la novità si intreccia inevitabilmente con la partita più complessiva della riforma fiscale, che si apre ufficialmente oggi con la prima riunione tecnico-politica al ministero dell’Economia.

LEGGI ANCHE: Tasse, Irpef più semplice e meno progressiva: nel mirino l'aliquota del 38%
LEGGI ANCHE: Irpef, in settimana tavolo sulla riforma: ipotesi taglio prime due aliquote
LEGGI ANCHE: Riforma fisco, Gualtieri: obiettivo ridurre tasse e semplificare



LE COPERTURE
Il nodo principale, che condizionerà la messa a punto dei provvedimenti, è naturalmente la quantità di risorse finanziarie che effettivamente saranno destinate ad abbassare il carico fiscale ai contribuenti italiani in generale. Al momento i fondi effettivamente stanziati sono proprio quelli destinati in modo specifico alla riduzione del prelievo per i lavoratori dipendenti. I 3 miliardi per il 2020 sono esauriti dall’effetto delle misure nella seconda metà dell’anno, mentre i 5 disponibili dal 2021 in poi risultano in buona parte intaccati sia dalle stesse misure del decreto sia - è novità di ieri - dall’emendamento al decreto Milleproroghe che rinvia al primo aprile l’obbligo di pagare con strumenti diverse dal contante le spese (sanitarie, universitarie, sportive) da detrarre poi in dichiarazione dei redditi.

Questo correttivo si è reso necessario in attesa di chiarimenti sulle modalità con cui il contribuente avrebbe dovuto dimostrare il tipo di pagamento; ma siccome dalla norma che era stata inserita nella legge di Bilancio lo Stato si attendeva il prossimo anno un maggior gettito pari a 868 milioni (perché le spese in contanti non sarebbero state riconosciute in detrazione) con un rinvio di tre mesi vengono a mancare 217 milioni. Che sono stati almeno per il momento “coperti” proprio andando a decurtare ulteriormente la dote di 5 miliardi per il 2021, già ridotta di 3,85 miliardi dal taglio del cuneo: resterebbe quindi poco meno di un miliardo.


Nel testo del decreto si conferma una riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori con reddito tra 26 mila e 40 mila euro, fascia successiva a quella già interessata a partire dal 2014 dal bonus 80 euro. Questi contribuenti si vedranno portare l’importo del beneficio da 80 a 100 euro mensili, per un totale di 1.200 euro l’anno. Per coloro che hanno un imponibile di 27-28 mila euro il bonus rappresenta di fatto un guadagno pieno, perché in precedenza non spettava. Al di sopra dei 28 mila euro invece l’intervento prende la forma di una detrazione d’imposta decrescente, che si azzera appunto ai 40 mila euro: questi contribuenti avranno quindi un beneficio che parte da 100 euro al mese per poi assottigliarsi progressivamente.
 



LE ALIQUOTE
Mentre il “trattamento integrativo” è già previsto dal decreto anche per i prossimi anni, la detrazione sulla carta dovrebbe terminare a dicembre. La scelta del governo nell’ambito della complessiva riforma dell’Irpef potrebbe essere quella di mantenere il bonus nella nuova forma potenziata e correggere invece la curva indotta dalla detrazione in particolare tra i 35 mila e i 40 mila euro: l’andamento decrescente crea su base annuale un’aliquota marginale effettiva superiore al 60 per cento: vuol dire che di un eventuale incremento retributivo di 1.000 euro al lavoratore ne arriverebbero meno di 400.

La disponibilità di risorse aggiuntive per una riduzione generalizzata del carico fiscale dipenderà - come ha ricordato in questi giorni il ministro dell’Economia - dalla capacità del governo di incrementare i risultati della lotta all’evasione e dalla disponibilità politica a mettere mano da una parte all’attuale “giungla” di detrazioni Irpef, alcune delle quali non proprio indispensabili, dall’altra al capitolo Iva con incrementi mirati a riduzione dei circa 20 miliardi di clausole di salvaguardia che pesano già ora sulla legge di Bilancio per il prossimo anno.

Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 02:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci