La road map di Francesco per salvare il pianeta, «sobrietà nei consumi e agire come fratelli»

Domenica 5 Giugno 2022 di Franca Giansoldati
La road map di Francesco per salvare il pianeta, «sobrietà nei consumi e agire come fratelli»

Città del Vaticano - Il tempo sta scadendo, la terra brucia, c'è davvero bisogno di accelerare il passo.

La sfida resta per tutti quella della sobrietà. «Dobbiamo contribuire a fermare la distruzione della nostra casa comune e ripristinare gli spazi naturali: governi, aziende e cittadini dobbiamo agire come fratelli e sorelle che condividono la Terra, la casa comune che Dio ci ha affidato». Anche nell'ultimo tweet ambientalista che il Papa ha pubblicato sul suo account @Pontifex - a ridosso della Giornata Mondiale dell'Ambiente -  ha incalzato i credenti a passare dalle parole ai fatti.

Sono trascorsi sette anni dal documento più importante del suo pontificato, l'enciclica sociale Laudato Sì, e ormai il cammino che ha intrapreso la Chiesa per incidere nei comportamenti e nella cultura comuni non si arresta. Va diffondendosi velocemente tra le conferenze episcopali dei cinque continenti, tra le parrocchie più sperdute, tra le comunità indigene, dalla Amazzonia all'Africa, all'interno delle grandi metropoli.

Francesco con l'enciclica green ha modificato il Magistero e la visione delle cose alla luce del Vangelo, offrendo alla dimensione ambientalista una piattaforma molto più ampia e armonica, dove tutto si lega ed è sottoposto ad un vincolo di amore. Una triade inscindibile: uomini, creato e Dio. In quelle 250 pagine pubblicate dopo una lunga elaborazione che ha tenuto conto dei risultati scientifici dei maggiori centri di ricerca al mondo affiora l'attuale pars destruens, sintetizzabile nell'inquinamento, nei disequilibri climatici originati dalla mano dell'uomo, dalla biodiversità in pericolo e dall'economicismo di scelte non più sostenibili. All'opposto, invece, Francesco oppone la pars costruens, costituita dalla spiritualità ecologica, dalla educazione culturale, da nuovi modelli economici e nuovi stili di vita. Naturalmente questa visione riverbera temi e problemi intrecciati, stabilendo un nesso inscindibile fra natura e cultura, fra società e ambiente, fra le ragioni dell’economia e la libertà degli individui. Con la forza unificante di un’idea etica della bellezza. Francesco ha introdotto concetti nuovi, per esempio l'ecologia integrale per far capire che per i cristiani non è possibile difendere le speci in pericolo in Amazzonia ma poi ignorare i problemi dei migranti climatici. Ha esortato allo stesso modo credenti e non credenti «a vedere il mondo con gli occhi di Dio Creatore» aggiungendo che «la terra è l’ambiente da custodire e il giardino da coltivare». E ha inoltre ammonito: «La relazione degli uomini con la natura non sia guidata dall’avidità, dal manipolare e dallo sfruttare, ma conservi l’armonia divina tra le creature e il creato nella logica del rispetto e della cura, per metterla a servizio dei fratelli, anche delle generazioni future».

Nel dibattito pubblico mondiale, specie dopo questi due anni di pandemia, la sfida delle emissioni di anidride carbonica da ridurre drasticamente nel settore dei trasporti, in quello alimentare, nelle abitudini personali incidendo sui consumi è diventata ricorrente. Dalla “Sobrietà felice” di Pierre Rabhi, alla Laudato Si, ai lavori dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE), ai centri di climatologia nel mondo la sobrietà nei consumi – pubblici e privati – è l'orizzonte comune da raggiungere.

  La terra non è un «deposito di risorse illimitate» ha spiegato il Papa: «per noi credenti il mondo naturale è il ‘Vangelo della Creazione’», siamo «un’unica famiglia umana interdipendente, fatti di materia terrestre, con il soffio vitale che viene da Dio, e quindi a immagine di Dio», ma che a causa dell’egoismo, siamo venuti meno a questa responsabilità di “custodi” della terra, mettendo in pericolo la nostra stessa vita.

«Non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene». Francesco ha così gettato le basi per un movimento popolare dal basso che faccia leva sul potere della massa. Perché se non sono i governi a cambiare le leggi e rispettare accordi internazionali, allora saranno gli individui che, uniti, partendo dal basso, spingeranno gli Stati in quella direzione. E' la rivoluzione verde della Laudato Si contro il disastro annunciato. «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo di tanto in tanto, la natura non perdona più. E quando s’innesca questa distruzione della natura è molto difficile frenarla. Ma siamo ancora in tempo». Il Papa lo ripete spesso quando tocca l'argomento. «Da una crisi non si esce uguali, usciamo migliori o peggiori. Questa è la sfida, e se non usciamo migliori percorriamo un cammino di autodistruzione». 

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA