L'agenzia internazionale Fitch ha confermato il rating dell'Italia a "BBB+".
Anche le prospettive (outlook) rimangono stabili. Ma la società di valutazione americana suona ancora una volta l'allarme legato a un debito pubblico troppo elevato e a una crescita ancora troppo debole. Due fattori che lasciano l'Italia «altamente esposta a potenziali shock avversi».
Il giudizio di Fitch tiene chiaramente conto della legge di stabilità per il 2016 varata pochi giorni fa dal governo Renzi. Una legge di bilancio - si sottolinea - complessivamente fondata su tagli delle tasse, a partire dalla «rottamazione» dell'imposta sulle prime case per arrivare alla rimozione delle clausole di salvaguardia che avrebbero provocato un innalzamento dell'Iva.
Ma la riforma della spesa pubblica contenuta nella legge - evidenziano gli analisti di Fitch - «è meno ambiziosa dei piani originari del governo». E l'aumento del rapporto deficit-Pil al 2,2% rispetto alle precedenti stime dell'1,8% mentre da un lato potrebbe certamente favoirire la crescita, dall'altro «danneggia» gli obiettivi di taglio del disavanzo che l'esecutivo aveva fissato in precedenza.
A complicare la situazione resta l'elevatissimo debito pubblico che dopo aver toccato il 134% nel 2014, quest'anno - ricorda Fitch - dovrebbe raggiungere il suo picco. Ma nonostante ciò - si sottolinea ancora - il debito dovrebbe restare sopra il 120% fino alla fine del decennio, «lasciando l'Italia altamente esposta apotenziali schock avversi».
Questo nel quadro di una situazione dei mercati e dell'economia globale alquanto incerta e volatile. E con una ripresa del Belpaese che resta debole, nonostante l'uscita quest'anno da una «profonda e prolungata recessione». E - afferma Fitch - una riduzione significativa del debito è possibile proprio grazie a una ripresa prolungata e a un avanzo primario consistente.
La solvibilità dell'Italia - si spiega comunque - è garantita al momento soprattutto da un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, con livelli di indebitamento moderati nel settore privato e un sistema delle pensioni sostenibile.
Infine le banche italiane che - riconosce Fitch - hanno rafforzato i loro requisiti di capitale nonostante la lunga recessione degli ultimi anni.
Anche le prospettive (outlook) rimangono stabili. Ma la società di valutazione americana suona ancora una volta l'allarme legato a un debito pubblico troppo elevato e a una crescita ancora troppo debole. Due fattori che lasciano l'Italia «altamente esposta a potenziali shock avversi».
Il giudizio di Fitch tiene chiaramente conto della legge di stabilità per il 2016 varata pochi giorni fa dal governo Renzi. Una legge di bilancio - si sottolinea - complessivamente fondata su tagli delle tasse, a partire dalla «rottamazione» dell'imposta sulle prime case per arrivare alla rimozione delle clausole di salvaguardia che avrebbero provocato un innalzamento dell'Iva.
Ma la riforma della spesa pubblica contenuta nella legge - evidenziano gli analisti di Fitch - «è meno ambiziosa dei piani originari del governo». E l'aumento del rapporto deficit-Pil al 2,2% rispetto alle precedenti stime dell'1,8% mentre da un lato potrebbe certamente favoirire la crescita, dall'altro «danneggia» gli obiettivi di taglio del disavanzo che l'esecutivo aveva fissato in precedenza.
A complicare la situazione resta l'elevatissimo debito pubblico che dopo aver toccato il 134% nel 2014, quest'anno - ricorda Fitch - dovrebbe raggiungere il suo picco. Ma nonostante ciò - si sottolinea ancora - il debito dovrebbe restare sopra il 120% fino alla fine del decennio, «lasciando l'Italia altamente esposta apotenziali schock avversi».
Questo nel quadro di una situazione dei mercati e dell'economia globale alquanto incerta e volatile. E con una ripresa del Belpaese che resta debole, nonostante l'uscita quest'anno da una «profonda e prolungata recessione». E - afferma Fitch - una riduzione significativa del debito è possibile proprio grazie a una ripresa prolungata e a un avanzo primario consistente.
La solvibilità dell'Italia - si spiega comunque - è garantita al momento soprattutto da un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, con livelli di indebitamento moderati nel settore privato e un sistema delle pensioni sostenibile.
Infine le banche italiane che - riconosce Fitch - hanno rafforzato i loro requisiti di capitale nonostante la lunga recessione degli ultimi anni.