Debito, fisco, pensioni, lavoro e giustizia: ecco le riforme che l’Europa ci chiede

Sabato 18 Luglio 2020 di Antonio Pollio Salimbeni
Debito, fisco, pensioni, lavoro e giustizia: ecco le riforme che l Europa ci chiede

Gli aiuti europei anticrisi accelerano una svolta nella supervisione economica alla quale si stava già lavorando da tempo: si tratta del rafforzamento della «governance» sulle politiche economiche e di riforma degli stati. Perno della supervisione le raccomandazioni che costituiranno anche la base si riferimento per il via libera Ue agli aiuti anticrisi. Si possono elencare i punti chiave per l’Italia incrociando il rapporto sul 2019 di fine febbraio 2020 e le nuove indicazioni Ue del 2020 pubblicate la maggio. A parte il tema conti pubblici (il patto di stabilità resta sospeso a causa della recessione), ecco ciò che viene chiesto all’Italia per essere in linea con l’orientamento di politica economica e strutturale concordato alla Ue.

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DEBITO E RESILIENZA<QA0>
La prima delle 4 raccomandazioni all’Italia riguarda l’impegno “quando le condizioni economiche lo consentano, a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti, assicurare la sostenibilità del debito, incrementando gli investimenti; rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario; migliorare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali».

LAVORO<QA0>
Pur non avendolo mai visto di buon occhio, Bruxelles riconosce che il reddito di cittadinanza «può attenuare gli effetti della crisi», però non ha risolto il problema dell’inserimento al lavoro che ne costituirebbe l’obiettivo ultimo. La capacità di collocamento dei servizi pubblici per l’impiego «resta modesta e varia notevolmente da regione a regione, marginale il coinvolgimento delle imprese ». Le politiche attive del mercato del lavoro rimangono scarsamente integrate e coordinate con altre politiche correlate (servizi sociali, formazione). Il ruolo di coordinamento dell’agenzia nazionale (Anpal) è ancora più debole rispetto a quanto previsto. Progressi limitati nel contrasto del lavoro sommerso.

FISCO<QA0>
Nessun progresso nel trasferimento della pressione fiscale dal lavoro verso altre fonti di entrate; progressi limitati nel taglio delle agevolazioni; niente sull’aggiornamento dei valori catastali. Nel contrasto dell’evasione sono stati fatti progressi «significativi», ma occorre «un impegno riformatore continuo e sempre più ambizioso» vista la dimensione del fenomeno. 

PENSIONI<QA0>
Bruxelles non ha visto con favore l’annullamento parziale delle riforme passatee quota 100 e non ha cambiato idea. A febbraio indicava l’assenza di progressi per ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia e di anzianità nella spesa pubblica e creare margini per spesa sociale e pubblica pro crescita. 
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA<QA0>
Resta una delle sfide considerate fondamentali. A febbraio Bruxelles indicava «solo alcuni progressi nel miglioramento dell’efficienza investendo su competenze dei dipendenti, digitalizzazione e sulla qualità dei servizi pubblici locali». 

INVESTIMENTI<QA0>
A maggio la Commissione ha indicato prioritaria la necessità di una svolta nella capacità di dar seguito ai progetti di investimento. Netto il richiamo ad anticipare i progetti pubblici maturi e a promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica; concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare su una produzione e un uso puliti ed efficienti dell’energia, su ricerca e innovazione, sul trasporto pubblico sostenibile, sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e su un’infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali.
GIUSTIZIA<QA0>
Progressi limitati nella riduzione della durata dei processi civili; preoccupazione massima per la durata dei processi penali in particolare nell’appello.
 

Ultimo aggiornamento: 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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