Aumenta la fiducia dei consumatori, Istat: «L'indice ai massimi dal 2002»

Giovedì 26 Febbraio 2015
Aumenta la fiducia dei consumatori, Istat: «L'indice ai massimi dal 2002»
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A febbraio l'Istat registra un balzo in avanti della fiducia dei consumatori e delle imprese italiane. Infatti per i consumatori l'indice aumenta in misura significativa, passando a 110,9 da 104,4, mentre quello del clima di fiducia delle imprese italiane mostra un deciso miglioramento, salendo a 94,9 da 91,6 di gennaio 2015.



Per il clima di fiducia dei consumatori - spiega l'Istat - aumenta in misura più consistente la componente economica, che passa a 130,9 da 111,1, rispetto a quella personale, che sale solo lievemente, passando a 103,7 da 102,2. Il dato sul clima di fiducia corrente e futuro registra un aumento più significativo per quello futuro (a 116,6 da 107,4), rispetto a quello corrente (a 106,7 da 102,5). I giudizi dei consumatori migliorano sia con riferimento all'attuale situazione economica del Paese (a -73 da -101, il saldo), sia per quanto riguarda le attese (a 23 da -3, il saldo). Il saldo dei giudizi sulla dinamica dei prezzi al consumo negli ultimi 12 mesi mostra una diminuzione a -27 da -22 e quello delle attese per i prossimi 12 mesi conferma questa tendenza (a -33 da -31, il saldo). L'Istat segnala poi un deciso miglioramento per le aspettative sulla disoccupazione (a 10 da 40, il saldo).



Riguardo le imprese, migliora il clima di fiducia di quelle dei servizi di mercato (a 100,4 da 94,9), del commercio al dettaglio (a 105,3 da 99,4) e della manifattura (a 99,1 da 97,6), mentre scende lievemente quello delle imprese di costruzione (a 76,6 da 77,4). Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -20 da -23) sia le attese di produzione (a 5 da 3); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 2 da 1.



Nelle costruzioni peggiorano le attese sull'occupazione (a -18 da -17, il saldo), mentre i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione rimangono stabili (a -53).
Nelle imprese dei servizi migliorano le attese sugli ordini e sull'andamento dell'economia in generale (a -1 da -3 e a -2 da -17, i rispettivi saldi) mentre resta fermo a -9 il saldo dei giudizi sul livello degli ordini. Nel commercio al dettaglio in crescita infine sia i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da -16) sia le attese sulle vendite future (a 13 da 8).






Commercio, giù le vendite al dettaglio. Il 2014 passa però agli archivi come un altro anno "nero" per il commercio al dettaglio, con le vendite che scendono dell'1,2%. Secondo l'Istat si tratta del quarto anno consecutivo che chiude in calo, anche se rispetto al 2013 la caduta rallenta. Nel 2014 male sia il settore alimentare (-1,1%) che il resto dei comparti (-1,2%).



L'ultimo bilancio positivo per il commercio al dettaglio, specchio dei consumi, è stato infatti il 2010, dopo sono succeduti tutti cali. Guardando ai diversi canali di distribuzione, il giro d'affari si contrae sia per i grandi punti vendita (-0,4%) con l'eccezione dei discount (+2,4%), che, soprattutto, per i piccoli negozi (-1,8%). Quel che più colpisce è che non c'è capitolo di spesa che si salvi. Rispetto al 2013 le vendite sono diminuite anche per i farmaci (-1,2%), l'abbigliamento (-1,0%) i mobili (-1,1%) o gli elettrodomestici (-1,2%). Ancor peggio è andata per il comparto dell'informatica e della telefonia (-2,8%), mentre hanno tamponato le perdite i settori calzature-articoli in cuoio e giochi (-0,1%).
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:47

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