Fiat scivola in avvio dopo il balzo del 16%

Venerdì 3 Gennaio 2014
Sergio Marchionne nello stabilimento della Chrysler di Jefferson North, Detroit
Fiat in calo in Borsa in avvio di seduta dopo il balzo di ieri seguito all'acquisizione di tutta di Chrysler. I titoli, che giovedì hanno chiuso con una crescita del 16,4% a 6,92 euro, tra scambi pari al 6,4% del capitale, oggi cedono intorno al 2%.



Ora è il momento di accelerare sugli investimenti in Italia, incalzano intanto il Lingotto sindacati e governo. Positivo il giudizio degli analisti finanziari, anche se qualche dubbio resta sul livello del debitocombinato del nuovo gruppo, che sarà il settimo costruttore di auto al mondo. Soddisfatto Veba, il fondo che fa capo al sindacato americano Uaw, con cui Fiat ha raggiunto l'accordo per rilevare il 41,5% della Chrysler che ancora non possedeva. A dicembre il mercato dell'auto mostra segni di crescita, ma la Fiat continua a perdere terreno.



L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che la prossima settimana sarà al Salone dell'auto di Detroit, dove debutterà la nuova Chrysler 200, è già al lavoro per la fusione tra le due società. La data entro cui completare l'operazione l'ha indicata lui stesso nell'assemblea degli azionisti Fiat dello scorso anno: il primo giugno quando il manager compirà dieci anni alla guida del Lingotto.



Il Financial Times ipotizza anche che il prossimo piano sui modelli annunciato per aprile possa essere l'ultimo targato Marchionne. In effetti il manager ha parlato nei mesi scorsi di una sua uscita dal gruppo nel 2015 ed è possibile che, portati a termine gli ultimi tasselli del rilancio, consideri finita la sua missione a Torino iniziata durante la grave crisi del 2004.



Il maxi gruppo post-fusione sarà quotato quasi certamente entro il 2014 a Wall Street ma dovrebbe avere, come Cnh Industrial, una quotazione secondaria a Piazza Affari. Si aprirà quindi la questione del quartiere generale: i vertici Fiat hanno più volte sottolineato che una società globale non ha un'unica sede e quindi il gruppo potrebbe avere più teste con il Lingotto alla guida delle attività europee e Auburn Hills di quelle americane.



«Un giorno storico», hanno scritto Marchionne e il presidente John Elkann dopo l'annuncio dell'intesa in una lettera ai 300.000 dipendenti del gruppo nel mondo. Sindacati e governo giudicano positiva l'operazione Chrysler, ma auspicano che ci siano positive ricadute per gli stabilimenti italiani, a partire da Cassino che potrebbe trarre giovamento più di tutti dall'integrazione e dal rilancio dell'Alfa Romeo. Qui potrebbero nascere la berlina di segmento C erede della Giulietta, ma anche la nuova ammiraglia. Per la berlina di lusso del Biscione si è parlato anche di Mirafiori che aspetta ancora il secondo modello da affiancare al fuoristrada Maserati annunciato per il 2015.

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