Ex Ilva, salta lo scudo penale: il Pd segue la linea dei 5Stelle

Martedì 22 Ottobre 2019 di Giusy Franzese
Ex Ilva, salta lo scudo penale: il Pd segue la linea dei 5Stelle
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Addio alla norma sullo scudo penale all'ex Ilva. Dopo tante polemiche e tormenti, si torna al punto di partenza: manager di ArcelorMittal e commissari straordinari a Taranto non potranno usufruire di nessuna esimente penale, neanche per gli interventi in attuazione del piano di risanamento ambientale. Il compromesso studiato dallo staff dell'allora ministro del Mise, Luigi Di Maio, inserito nel decreto imprese è saltato. Sono stati proprio i Cinquestelle (una pattuglia di ben 17 senatori) a impuntarsi, minacciando di far cadere il governo, affinché la norma che ripristinava una parziale immunità penale venisse cancellata. E ieri sera il voto in commissione ne ha preso atto.
Nel testo che oggi approderà in Aula e sul quale quasi certamente il governo chiederà il voto di fiducia, visti i tempi ormai strettissimi per la conversione in legge (deve passare ancora alla Camera e scade il 3 novembre), la norma non c'è più. I Cinquestelle esultano, il Pd ridimensiona. «È cambiato il governo, è cambiata la maggioranza che lo appoggia, è cambiato il vertice di ArcelorMittal che gestisce l'ex Ilva. Ci può stare un pit stop» afferma Dario Stefàno, vicecapogruppo dei senatori dem.

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Pd, Italia Viva e Autonomie hanno comunque ottenuto l'ok ad un ordine del giorno che impegna il governo «a garantire, in tempi rapidi e mediante ogni azione opportuna, la permanenza dell'attività produttiva del complesso siderurgico dell'ex Ilva di Taranto, garantendo altresì la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e di quelli legati all'indotto». Nessuna indicazione sul come. D'altronde richiamare nuovamente la necessità di uno scudo penale non avrebbe ottenuto nessun risultato. Dall'ordine del giorno però arriva anche un suggerimento che fa l'occhiolino alle richieste dei comitati cittadini ma che potrebbe essere interpretato dai vertici di ArcelorMittal come una ulteriore dichiarazione di sfida, visto che si chiede «l'adozione di modalità produttive orientate ad una progressiva decarbonizzazione dell'impianto». E intanto i Cinquestelle locali insistono sulla chiusura dell'area a caldo. E di certo non aiutano le parole del ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti (anche lui pentastellato) quando dice che «l'Ilva rappresenta il passato per Taranto».

L'ATTESA
Per ora l'azienda continua a tacere e oggi, a Taranto, inaugurerà davanti alla stampa il centro ricerca e sviluppo, uno dei punti dell'accordo con il governo. Ieri era circolata la notizia di un incontro avvenuto in mattinata tra il ministro Stefano Patuanelli e il neo amministratore delegato del gruppo in Italia, Lucia Morselli. Ma il Mise ha categoricamente smentito. Il che ovviamente non significa che non ci siano stati contatti e colloqui anche telefonici. Oggi Patuanelli riferirà in Aula e forse svelerà quale potrebbe essere una via d'uscita.
Oltre a sopprimere la norma sull'ex Ilva, il testo del decreto imprese che arriva in Aula contiene anche la nuova versione delle tutele per i rider con l'introduzione del divieto di cottimo. Si prevede un doppio un doppio binario: per i ciclofattorini impiegati in maniera continuativa sono previste le tutele del lavoro subordinato mentre per coloro che lavorano in maniera occasionale e discontinua c'è un pacchetto minimo. Tra le novità del decreto anche maggiori garanzie per la stabilizzazione dei precari Anpal, e la proroga al 30 settembre delle graduatorie 2011-2015 degli idonei ai concorsi pubblici.
 

Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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