Statali, più semplice licenziare gli assenteisti: i casi dei vigili ​di Capodanno e dei custodi

Martedì 19 Aprile 2016 di Luca Cifoni
Statali, più semplice licenziare gli assenteisti: i casi dei vigili di Capodanno e dei custodi
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Sta in una paginetta o poco più ed è stato aggiunto solo in un secondo momento, eppure è uno dei testi-simbolo della ponderosa riforma della Pubblica amministrazione che porta il nome di Marianna Madia. Il decreto legislativo sul licenziamento disciplinare inizia domani il suo iter parlamentare con l’esame in commissione Affari costituzionali della Camera. Obiettivo dichiarato del provvedimento è rendere la vita più difficile ai cosiddetti “furbetti del cartellino”, i dipendenti pubblici che si assentano dal lavoro in modo fraudolento: le inchieste su alcuni di questi casi hanno attirato l’attenzione generale al punto di spingere il governo ad inserire, oltre ad una stretta sulle procedure, anche il concetto di “danno di immagine” per la stessa pubblica amministrazione.

Un punto accolto però con perplessità dal Consiglio di Stato, che nel suo parere, pur valutando condivisibile nel merito la norma, l’ha giudicata al di fuori della delega a suo tempo data al governo. Valutazione del tutto simile su un altro aspetto, quello della ridefinizione del reato di omissione di atti di ufficio eventualmente contestabile ai dirigenti. Il governo non esclude qualche aggiustamento al testo, ma aspetta che ad esprimersi siano le commissioni parlamentari, i cui pareri sono quelli rilevanti ai fini di eventuali modifiche.
 
IL TESTO IN DISCUSSIONE
Ma cosa sarebbe successo se le nuove norme fossero già state in vigore? Le vicende al centro delle cronache avrebbero avuto un’evoluzione diversa? Occorre ricordare che il testo in discussione riguarda solo una casistica ben particolare, quella della “falsa attestazione della presenza in servizio” insomma dovrebbe toccare i lavoratori che barano sul cartellino. Una situazione simile a quella che si è verificata ad esempio al Comune di Sanremo (dove comunque sono stati già comunicati diversi licenziamenti) o a Roma, al Museo delle Arti e tradizioni popolari. Alcuni dipendenti di questa struttura, dopo che i fatti erano venuti alla luce a inizio anno, sono stati sospesi dalle funzioni e dallo stipendio. Con le regole del decreto la sospensione sarebbe avvenuta entro 48 ore e il procedimento disciplinare si sarebbe dovuto concludere in 30 giorni, in caso di flagranza, ovvero di comportamenti documentati attraverso telecamere o altri strumenti di controllo (nella vicenda specifica furono però le forze dell’ordine a riprendere gli interessati). Un altro aspetto rilevante del nuovo testo è il rafforzamento del concetto di falsa attestazione, che riguarda anche le condotte fraudolente attuate anche «avvalendosi di terzi»: cioè i casi, come quelli verificatisi proprio al museo dell’Eur, in cui un dipendente timbra per altri.

LE IPOTESI
È di tipo diverso l’assenteismo, presunto, di molti Vigili urbani di Roma durante il Capodanno del 2015. Per quella vicenda sono in corso accertamenti penali sui certificati medici prodotti per giustificare l’assenza nella notte di San Silvestro. Il decreto in discussione non si occupa di questa casistica che invece sarà affrontata in un successivo provvedimento più organico, sempre in attuazione della riforma, che in ogni caso dovrà essere coordinato con quello sui “furbetti”. Una delle ipotesi a cui si lavora è di individuare alcuni comportamenti specifici, come le assenze per malattia seriali (ovvero in giorni fissi come il lunedì o quelli tra due festività) e quelle di massa. Questi comportamenti, sempre se accertati, potrebbero diventare rilevanti ai fini dello “scarso rendimento” e questo permetterebbe, nei casi accertati e più gravi, di licenziare i responsabili anche senza attendere eventuali procedimenti penali.

Il secondo decreto dovrebbe vedere la luce entro l’estate: la volontà è quella di arrivare, dopo tanti anni di discussioni e polemiche su vicende di questo tipo, ad un insieme di regole effettivamente applicabili, al di là dei proclami.

Soprattutto con l’obiettivo di evitare che i procedimenti fondati si concludano nel nulla.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 16:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA