Statali, procedura in 30 giorni pagano anche i dirigenti

Giovedì 16 Giugno 2016 di Andrea Bassi
Statali, procedura in 30 giorni pagano anche i dirigenti
Il licenziamento in tronco dei dipendenti pubblici colti in flagrante mentre timbrano e se ne vanno, è solo l'antipasto. La portata principale, la riforma organica del licenziamento degli statali per motivi disciplinari, arriverà nelle prossime settimane con la riforma complessiva delle regole del pubblico impiego. In quel testo ci sarà una novità importante, anticipata ieri dal ministro della funzione pubblica Marianna Madia. «I cavilli», ha spiegato il ministro, «non bloccheranno più i licenziamenti». Il riferimento è ai vizi formali che ci possono essere durante le fasi del procedimento disciplinare come, per esempio, il mancato rispetto dei termini della procedura. Già nel decreto sui licenziamenti dei furbetti del cartellino questo principio è stato introdotto. Se il processo deve per legge durare 30 giorni e poi ne dura 35, questo non potrà essere un motivo per impugnare il verdetto davanti al giudice. Questo postulato sarà rafforzato con una norma di carattere generale che sarà inserita nel Testo unico sul pubblico impiego al quale stanno lavorando i tecnici del ministero e che potrebbe vedere la luce già prima della fine dell'estate. Nello stesso provvedimento verrà messo un punto anche ad altri due fenomeni considerati particolarmente odiosi: le assenze di massa e quelle seriali. Le prime sono quelle che si verificando quanto i dipendenti disertano tutti i insieme il lavoro. È capitato a Roma, per esempio, alla vigilia di Capodanno quando quasi 800 vigili urbani si diedero malati. Ma capita anche in occasione delle partite di calcio. Il secondo caso riguarda le assenze in serie il lunedì o in occasione dei ponti festivi. Entrambi i comportamenti verranno resi un illecito disciplinare sanzionabile con il licenziamento.

LA PROCEDURA
Se questo è quello che verrà, quello che tra qualche giorno, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sarà legge, è il licenziamento dei furbetti del cartellino. La procedura prevista dal decreto approvato ieri definitivamente, è molto snella. Chi viene colto in flagranza, anche mediante telecamere o riprese televisive, a timbrare il cartellino senza poi entrare in ufficio, entro 48 ore sarà sospeso senza stipendio. Avrà diritto soltanto a quello che è stato ribattezzato un «assegno alimentare», una somma approssimativamente pari al 50% dello stipendio tabellare. Con lo stesso provvedimento di sospensione cautelare, al dipendente saranno notificate le accuse che gli vengono mosse. Sempre nello stesso atto ci sarà anche la convocazione per il contraddittorio, per dare al lavoratore modo di difendersi dai rilievi. Questa convocazione, spiega il testo del provvedimento approvato ieri, deve avvenire con un preavviso minimo di quindici giorni. Il dipendente potrà farsi assistere da un procuratore o dai sindacati, e fino a prima dell'audizione potrà inviare una memoria scritta oppure, in caso di grave e assoluto impedimento, chiedere un rinvio del contraddittorio al massimo di cinque giorni. Questo differimento del termine può essere concesso una sola volta. L'ufficio disciplinare dovrà comunque concludere il procedimento entro 30 giorni dal momento in cui il lavoratore ha ricevuto la contestazione degli addebiti.

LE ALTRE SANZIONI
Come detto, sforare questo termine non comporterà comunque un motivo di annullamento dell'eventuale licenziamento. Entro quindici giorni dall'avvio del procedimento disciplinare, potrà partire anche la segnalazione alla Corte dei Conti che, quando ne ricorrono i presupposti, potrà chiamare il dipendente a rispondere di danno d'immagine con una procedura che si concluderà entro tre mesi dal licenziamento. A pagare, poi, potrebbero essere chiamati anche i dirigenti. E questo sia dal punto di vista disciplinare che da quello penale. Quelli che fossero venuti a conoscenza del fatto senza prendere provvedimenti, verrebbero chiamati a rispondere di un illecito disciplinare punibile esso stesso con il licenziamento. Oltre a questo partirebbe una segnalazione anche all'Autorità giudiziaria che sarebbe chiamata a valutare l'eventuale reato di omissione di atti d'ufficio. Tutte queste norme saranno valide solo per il futuro. I furbetti già colti in flagrante in questi mesi, potranno invece cavarsela.

 
Ultimo aggiornamento: 08:57