Mps all'ultimo giro, corsa per evitare la nazionalizzazione

Domenica 11 Dicembre 2016 di Rosario Dimito
Mps all'ultimo giro, corsa per evitare la nazionalizzazione


ROMA Sulla fuga di notizie a proposito del no della Bce alla proroga chiesta da Mps, non sta indagando solo la Consob. Anche da Francoforte giungono indiscrezioni sull'avvio di una inchiesta interna alla Banca centrale europea per tentare di individuare i soggetti che hanno diffuso la decisione della Vigilanza unica ancora prima che essa fosse formalizzata. Al di là degli effetti provocati sul titolo Mps in Borsa (crollato in pochi minuti del 14%) e sugli altri titoli bancari, viene infatti giudicato grave l'episodio per la reputazione della Bce.

Intanto, slitta di qualche giorno la contromossa del Montepaschi per chiudere comunque il rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi sul mercato entro il 2015 (anzi prima di Natale), visto il rifiuto, non ancora ufficializzato per iscritto, di Bce a concedere una proroga al 20 gennaio. La contromossa vorrebbe scongiurare la nazionalizzazione. Oggi pomeriggio il consiglio convocato a Milano per dare fuoco alle polveri del collocamento-lampo di una parte dell'aumento, assieme all'ingresso del fondo Qia come anchor investor, dovrebbe prendere atto che è necessario un rinvio. Il board presieduto da Alessandro Falciai dovrebbe comunque approfondire lo studio di fattibilità dell'operazione di mercato che continua comunque ad avere basse probabilità di successo perché poggia su una serie di variabili.

LA STRADA STRETTA
Il presupposto per il suo lancio è che la Consob autorizzi la riapertura dei termini della liability management exercise (lme), cioè della conversione volontaria delle obbligazioni retail vendute nel 2008 a 40 mila famiglie per complessivi 2,4 miliardi. Nel primo giro chiuso venerdì 2, l'adesione dei privati sarebbe stata limitata (98 milioni) su 1,028 miliardi raccolti. Dopo il no che sarebbe stato dato al termine del Supervisory board iniziato giovedì 8 e concluso il giorno dopo, l'iter prevede che la decisione passi al Consiglio dei governatori la cui riunione è attesa per mercoledì 14. Va detto che anche da parte del governo si attende la lettera ufficiale di Francoforte prima di muoversi con il decreto per la nazionalizzazione: il testo è pronto, c'è la necessità di far insediare il nuovo governo trattandosi di provvedimento straordinario. L'esecutivo dovrebbe giurare ed entrare nella pienezza dei poteri per il Consiglio europeo di giovedì 15 e venerdì 16.

E i tempi stretti nascono anche dalla necessità di varare il decreto che recepisca la direttiva europea Brrd e consenta di dare la garanzia statale all'aumento di Siena, nel caso in cui la soluzione privata, tentata in extremis dovesse arenarsi. La Brrd combinata con le norme sugli aiuti di Stato presuppone che ci sia prima la conversione forzosa di tutti i bond istituzionali e poi avvenga l'aumento garantito.
Per portarsi avanti, già nella serata di venerdì 9, a consiglio Mps in corso a Milano sulla base delle indiscrezioni del no al rinvio a gennaio, alcuni legali di Bonelli Erede avrebbero allacciato contatti con la struttura della Consob per sondare la disponibilità a concordare una formula di offerta al pubblico compatibile con la Mifid che allarghi la platea degli aderenti. La prima volta è stata scelta la modalità di offerta cosiddetta di inadeguatezza bloccante: i clienti con un profilo di rischio inadeguato erano esclusi a priori. Era una clausola di salvaguardia. C'è da dire che il rischio di trasformare questi bond, molto elevato sul piano teorico, lo è molto meno su quello pratico, anzi la conversione potrebbe rivelarsi vantaggiosa.

LA VENDITA DI NPL
Le banche del consorzio ritengono che le nuove azioni Mps vengano emesse a un valore attorno a 10 cent (oggi quotano 19,5 euro) e il prezzo attuale di queste obbligazioni è sicuramente più basso (circa 5-6 cent). Consob comunque farà la sua istruttoria meticolosa e anche ieri ci sono state call tra i consulenti di Mps e gli uffici della Commissione. In giornata poi c'è stata un'altra call riepilogativa tra Marco Morelli, i legali, i banchieri di Lazard, JpMorgan e Mediobanca in vista del cda odierno. JpMorgan avrebbe ribadito la disponibilità del fondo del Qatar e far parte del collocamento con un investimento di circa un miliardo, a condizione che venga completato il collocamento delle azioni e la riapertura della lme alzi il livello delle adesioni.
Le banche del consorzio di garanzia - in tutto 8 - l'altra sera nella call avrebbero dato la disponibilità a costituire un consorzio di collocamento. E ieri i banchieri di Lazard avrebbero avuto colloqui bilaterali rifacendo il punto della situazione e aggiornando il calendario.

L'obiettivo sarebbe di far partire il collocamento giovedì 15, se entro il giorno prima dovesse arrivare la lettera della Bce e Consob riuscisse ad autorizzare il nuovo documento di offerta. Sarebbe una corsa contro il tempo. La partenza potrebbe anche avvenire lunedì 19 e per completare il giro servono 2-3 giorni: secondo le previsioni si punta a rastrellare un miliardo dal Qatar e un paio dalla lme con i privati. Ne resterebbero altri due sul mercato. In parallelo partirebbe la vendita dei 27,6 miliardi di npl lordi al veicolo di Atlante. Per non perdere tempo, JpMorgan si farebbe da sola carico del bridge da 5 miliardi riservandosi di sindacarlo con altri istituti in un secondo tempo.

 

Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 00:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA