Ilva, bocciata la proposta del governo

Giovedì 10 Maggio 2018
Ilva, bocciata la proposta del governo
I sindacati hanno bocciato la proposta fatta dal governo sulla vertenza Ilva. Lo hanno annunciato i segretari generali di Fim, Uilm e Fiom uscendo dal tavolo. «Testo non condivisibile», ha detto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. «Gli esuberi restano», ha aggiunto Marco Bentivogli della Fim-Cisl e «Mittal non si è mossa di un millimetro», ha sottolineato il numero uno dei metalmeccanici della Cgil Francesca Re David. Secondo quanto riferiscono i sindacati a sospendere il tavolo sarebbe stato il ministro Carlo Calenda perché secondo alcuni «non legittimato a trattare».

La proposta del Governo a sindacati e azienda durante il tavolo per sbloccare la vertenza Ilva prevedeva che circa 10mila lavoratori sarebbero stati riassunti nella nuova Ilva dall'indiana Mittal, ulteriori 1.500 sarebbero invece trasferiti in una nuova società creata da Invitalia alle stesse condizioni salariali, 2300 infine sarebbero restati nella vecchia Ilva in capo all'amministrazione straordinaria ma con una dotazione di 200 milioni con cui mettere mano ad esodi volontari incentivati fino a 100mila euro e con ammortizzatori sociali per 5 anni. Il confronto con Fim Fiom e Uilm si era infatti arenato sui nodi relativi alle assunzioni, agli esuberi e alla continuità contrattuale.

Tutti i sindacati, comunque, sperano in una ripresa della trattativa. «Per noi è importante andare avanti», ha detto Palombella «ma non si può trattare con i diktat. Affidiamo alla responsabilità del governo, che per noi è ancora un valido interlocutore, di riconvocare ancora il tavolo». «Nella proposta non ci sono cambiamenti da parte di Mittal - ha  aggiunto Re David - il problema è che tutto il negoziato è condizionato dal contratto di affitto. La trattativa è bloccata da questo contratto». Il segretario generale della Fiom ha anche sottolineato che «Mittal non ha bisogno di un accordo sindacale per acquisire l'Ilva, l'accordo è solo vincolante per averla alle condizioni imposte dalla società. Noi non potremmo mai firmare un accordo che poi ci viene bocciato dai lavoratori».

«Il governo ritiene di aver messo in campo ogni possibile azione e strumento per salvaguardare l'occupazione, gli investimenti ambientali e produttivi anche attraverso un enorme ammontare di risorse pubbliche». Così il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. «A questo punto - ha detto il ministro Calenda - il dossier passa a nuovo governo».

«L'obiettivo del governo è stato solo fare un po' di scena perché tutto è rimasto come prima. Nel testo è chiarito che i lavoratori assunti da Am Investco saranno 10 mila e Mittal ha confermato che il piano industriale prevede che scendano poi a 8.500. Come regalo il governo propone un po' di cassa integrazione e qualche incentivo all'esodo, ma che potrebbe essere utilizzato per mille persone non certo per 4 mila». Lo ha detto il segretario della Fiom di Genova Bruno Manganaro. «Anche su Genova le distanze sono rimaste abissali - ha detto Manganaro -. Il governo ci ha detto che occorre ridiscutere l'accordo di programma con gli enti locali ma nel contempo vengono confermati i 600 esuberi a Cornigliano. Per noi l'accordo si ridiscute a bocce ferme, non con gli esuberi sul tavolo». L'incontro quindi è finito con un nulla di fatto: «Il ministro Calenda si è offeso quando gli abbiamo detto che il suo Governo è scaduto - spiega il segretario della Fiom - ma di fatto è così. Questa trattativa ricomincerà con il nuovo esecutivo e se qualcuno vorrà ancora provare a tagliare posti di lavoro e salari vedrà la nostra opposizione e se ci sarà bisogno anche la lotta e gli scioperi».

 
Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA