Tap, Emiliano: «Come Auschwitz». Calenda: «Si torni a confronto civile». E il governatore si scusa

Mercoledì 13 Dicembre 2017
Tap, Emiliano: «Come Auschwitz». Calenda: «Si torni a confronto civile». E il governatore si scusa

Scontro sul Tap tra il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda.

Il cantiere Tap di Melendugno «sembra Auschwitz», tuona il primo. «Si torni a un confronto civile», replica il secondo. Finché il presidente pugliese non fa dietrofront: «Il paragone con Auschwitz è oggettivamente sbagliato e mi scuso per averlo inopportunamente utilizzato questa mattina in radio durante una diretta». 

«Se vedete le fotografie è proprio identico - aveva detto Emiliano ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital - Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante». La replica di Calenda: «Dire che sostengo il Tap per favorire le lobby e trovarmi un posto di lavoro è infantile e volgare ma tutto sommato innocuo, dire che il cantiere è uguale ad Auschwitz è grave e irrispettoso. Cerca di rientrare nei limiti di un confronto civile», replica poi Calenda.

Capitolo chiuso? Non proprio. Il ministro è stato attaccato duramente da Emiliano secondo il quale
Carlo Calenda che insiste dicendo che
«bisogna aprire nuove rotte per il gas». E al Gr1, riferendosi all'incidente in Austria che ha causato un temporaneo stop ai flussi di gas Russia-Italia, spiega: «Gli stoccaggi sono stati intaccati in minima parte e hanno consentito di riequilibrare la situazione, ma questo dimostra che c'è un grande problema di sicurezza degli approvvigionamenti e bisogna aprire nuove rotte per il gas».

«Dire che sostengo il Tap per favorire le lobby e trovarmi un posto di lavoro è infantile e volgare ma tutto sommato innocuo, dire che il cantiere è uguale ad Auschwitz è grave e irrispettoso. Cerca di rientrare nei limiti di un confronto civile», replica poi Calenda. Il ministro è stato attaccato duramente da Emiliano secondo il quale «Calenda non è un uomo che medita. L'incidente gravissimo in Austria avrebbe dovuto far meditare il ministro. Ma Calenda va avanti senza approfondire. Io sono sempre stato favorevole al gasdotto TAP, non ho nulla contro i gasdotti, noi abbiamo solo chiesto di fare approdare il gasdotto in una zona non pericolosa, in una zona industriale. I ritardi - ha aggiunto - in realtà sono dovuti agli errori di progettazione del consorzio Tap-Trans Adriatic Pipeline (TAP). Finirà male. Perché si sono ritenuti inapplicabili le direttive Seveso sulla sicurezza. Attenzione perché anche Meledugno è una stazione di decompressione come Baumgarten».


Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Puglia contro il ministero dell'Ambiente per i lavori di costruzione del TAP di Melendugno. Secondo Calenda «il gasdotto TAP è necessario, abbiamo una dipendenza energetica del 45% con picchi di due terzi nella stagione fredda e non possiamo stare in questa situazione: già nel 2009 durante la crisi ucraina avemmo un problema molto più grande di questo: ecco perché il TAP è fondamentale, perché è una diversificazione di fonte, peraltro fatta a spese di chi il gas lo porta, quindi non dello Stato». 

Sulla diversificazione delle fonti si è espresso anche Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni quando ha ricordato che «il gas ha vissuto un problema che è normale quando l'Italia, come l'Europa, fa dell'import tutto (il 90% l'Italia, il 70% l'Europa) ed è energia necessaria per produrre elettricità. E' avvenuta questa fragilità che può essere sconfitta solo con la diversificazione».

Intanto è decaduta a mezzanotte e non è stata rinnovata l'ordinanza prefettizia che istituiva per 30 giorni una 'zona rossa' in località San Basilio, a San Foca di Melendugno (Lecce), per consentire la ripresa dei lavori del gasdotto Tap. Nella zona era vietato accedere e transitare, se non alle forze dell'ordine e agli addetti ai lavori. La recinzione antisfondamento, elevata intorno all'area cuscinetto, e gli otto cancelli di chiusura di altrettanti varchi, saranno gradualmente smantellati. È quindi decaduto, sempre nella zona cuscinetto, anche il servizio di sicurezza che ha visto l'impiego sul posto 24 ore su 24 delle forze di polizia, che comunque continueranno a controllare con appositi servizi la zona. La situazione sarà monitorata quotidianamente dalla Prefettura che ha deciso di non dar corso ad ulteriori proroghe, ma è pronta, in caso di nuovi disordini, ad applicare ulteriori provvedimenti. L'ordinanza di divieto era stata emessa lo scorso 13 novembre dal prefetto di Lecce, Claudio D'Onofrio.

Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA