Aumento di capitale e crediti deteriorati. Parole che scottano ormai a Piazza Affari. E la conferma viene dall’ennesima suduta di vendita per il settore. Si è aperta infatti un’altra settimana calda per il settore bancario a Piazza Affari, già messo sotto pressione nelle ultime sedute per le preoccupazioni legate alle risorse giudicate insufficienti del fondo Atlante a sostegno del credito, tra aumenti di capitale e sofferenze, ma anche per il decreto sul recupero crediti giudicato troppo “leggero” dal mercato. A dare il là alle vendite è stato il Banco Popolare, finito in asta di volatilità dopo aver perso oltre il 9%.
Una debacle partita dopo le parole dell’amministratore delegato dell’istituto, Pier Francesco Saviotti, a margine della relazione annuale Consob. L’aumento di capitale da un miliardo legato alla fusione con Bpm, ha detto l’ad, sarà con ogni probabilità "one shot", tutto con diritto di opzione agli attuali soci. Dunque pagheranno gli azionisti attuali, se sarà questa la linea scelta domani dal cda. Mentre evidentemente il mercato sperava che ci fossero nuovi investitori pronti a entrare». A ruota sono penalizzati i titoli di Bpm (-7%), Mps (-6,7%), Bper (-4,38%), Ubi (-3,45%) e Unicredit (-2%).
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