Banche, Renzi accusa: i governi Berlusconi, Monti e Letta dovevano intervenire prima del 2013

Giovedì 21 Gennaio 2016
Banche, Renzi accusa: i governi Berlusconi, Monti e Letta dovevano intervenire prima del 2013
«Dal 2007 al 2013 i governi hanno aiutato le banche, i governi italiani hanno scelto di non fare niente. Io sarei intervenuto come hanno fatto altri paesi, non è che la Merkel è meno intelligente di noi. Ma nonostante non si sia intervenuto le nostre banche sono più solide di quelle tedesche». Così Matteo Renzi, a Porta a Porta, sugli interventi degli Stati sulle banche prima dell'entrata in vigore del bail in con una dichiarazione che è una esplicita accusa oltre che al governo di Silvio Berlusconi a quelli di Mario Monti ed Enrico Letta.

«Il bail-in era un accordo già chiuso, non è che arrivi e mandi all'aria tutto. Quando siamo arrivati noi l'accordo era già chiuso», ha aggunto il premier.

«Anche se si chiude questo fine settimana non è decisivo perché la bad bank grande bisognava farla prima delle regole» sul bail in introdotte a gennaio, ha poi sottolineato Renzi sull'ok Ue al piano italiano sulla bad bank. Renzi ha spiegato che ora, oltre ad un piano di piccole bad bank, Padoan «sta lavorando anche ad altri soluzioni» per semplificare i tempi nella procedura di smaltimento dei crediti. 

«Gli stress test usano termometri strani: le banche tedesche e francesi hanno più derivati dei nostri ma i derivati sono considerati poco. Ci sono criteri che aiutano quasi sempre i modelli di business di altri paesi e non dell'Italia ed è per questo che ci facciano sentire», ha insistito Renzi.

«Non sto litigando perché faccio le bizze con Juncker e i commissari europei, ma perché stiamo chiedendo che dopo anni che l'Italia andava in Europa a dire solo sì grazie, l'Italia non è che dice di no, ma fa domande e si fa sentire», ha sottolineato ancora Renzi. «Non faccio le bizzette o le polemicucce perché sono un attaccabrighe, ma dico che per anni abbiamo sempre detto di sì, ma ora voglio dire sì a cose che funzionino per noi e per gli altri», ha aggiunto.

«Bisogna toglierci di dosso la pigrizia e andare all'attacco, noi siamo l'Italia. C'è un sacco di gente in Europa che vede oggi nell'Italia un paese stabile. I compiti li abbiamo fatti, adesso state ad ascoltare anche noi», ha proseguito Renzi.

«Gli ambasciatori sono bravissimi, per carità. Ma quando hanno fatto un po' di battutine sull'Italia a Bruxelles pensando di impaurirmi, ho risposto: se volete uno più rissoso di me e bravissimo sui dossier, vi mando Calenda che ha gestito benissimo dossier come quello sulla Cina», detto poi osservato Renzi riferendosi alla nomina del vice ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a rappresentante permanente dell'Italia a Bruxelles al posto dell'ambasciatore Stefano Sannino.

«Mammamia, bisogna che un po' di dirigenti italiani si facciano sentire in Europa, non abbiano paura, che un po' di burocrati italiani non abbiano terrore», ha ribadito Renzi, parlando della battaglia avviata dal governo italiano a Bruxelles.

«Finendo con il pil allo 0,8% e non allo 0,9%, l'obiettivo quest'anno dell'1,5-1,6% è credibile, assolutamente alla nostra portata», ha poi sostenuto Renzi a Porta a porta. «Ma neanche il mago Otelma può dirglielo...», ha scherzato.

«Juncker e Merkel si sono arrabbiati sulla Turchia. Noi dovremmo dare 200-250 milioni. Ho detto: bene, ma ho chiesto che i soldi per l'immigrazione siano liberati dal patto si stabilità anche per l'Italia. Se viene riconosciuto lo 0,2 per cento della clausola dei migranti bene, domani mattina firmiamo», ha infine dichiarato il premier ricostruendo lo scontro con l'Ue sui fondi alla Turchia per l'accoglienza ai migranti.



 
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