Addio studi di settore, arriva la pagella sull'affidabilità: pronti i primi 70 indici

Sabato 23 Settembre 2017 di Giusy Franzese
Pier Carlo Padoan (Ansa)
Commercianti, avvocati, geometri, ristoratori, installatori di impianti, parrucchieri, carrozzieri, agenzie immobiliari: eccoli i primi contribuenti che diranno addio ai tanto odiati e comunque obsoleti studi di settore, per sperimentare gli Isa, gli indici sintetici di affidabilità. Ieri l'Agenzia delle Entrate ha individuato i primi 70 indici che riguardano una platea di 1,4 milioni di contribuenti e potranno essere già applicati - dopo l'elaborazione e l'ok con decreto del ministero dell'Economia - dal periodo d'imposta 2017. Gli altri 80 indici arriveranno a gennaio 2018: a regime saranno 4 milioni gli operatori economici coinvolti.

A differenza degli studi di settore che hanno prevalentemente finalità accertative, gli Isa si propongono di incrementare il livello di adempimento spontaneo dei singoli contribuenti. L'indicatore è un dato sintetico che consentirà di stabilire, su una scala da uno a dieci, quale è il grado di affidabilità del contribuente. Una sorta di pagella, quindi: più l'indice/voto è alto, più si è affidabili per il fisco. Non è solo una questione di immagine: quanto più sarà elevato il grado di affidabilità, tanto più l'impresa o il contribuente potrà accedere a dei premi. Ad esempio: l'esclusione degli accertamenti di tipo analiticopresuntivo; la riduzione dei termini per l'accertamento; l'esonero, entro i limiti previsti, dall'apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d'imposta; un percorso accelerato per i rimborsi fiscali fino a cinquantamila euro.

Viene modificata anche la base sulla quale il fisco valuta la congruità dei redditi dichiarati: con gli studi di settore, ad esempio, si teneva conto di ricavi e compensi; gli Isa considerano ci il valore aggiunto, il reddito per addetto, la durata delle scorte.

Sarà la stessa Agenzia delle Entrate a comunicare al singolo contribuente il risultato dell'indicatore sintetico, comprese le componenti di incoerenza. Cosicché il contribuente potrà decidere se procedere con l'adempimento spontaneo e comunque avrà un canale di comunicazione aperto con il fisco per migliorare la propria «pagella».

Dei 70 indici individuati, 29 riguardano il settore del commercio che non a caso in questa fase è la platea più numerosa (il 12% e riguarda esercizi al dettaglio di elettronica di pc, audio e video, elettrodomestici, articoli sportivi, giochi e commercio all'ingrosso di mobili); 17 indici coinvolgono il settore servizi (tra cui carrozzieri e meccanici, parrucchieri e barbieri, intermediari immobiliari, ristorazione e villaggi turistici); 15 indici sono per le manifatture (anche articoli da viaggio, borse, vetro, calzature, prodotti in gomma).

Nove gli indici per i professionisti, tra cui disegnatori grafici, geometri e studi legali. Dopo i commercianti (168.000), la platea più numerosa coinvolta in questi primi 70 indici è quella degli avvocati (145 mila, 10%), seguono gli installatori di impianti (129 mila, 9%), i ristoranti (95 mila, 7%) e i parrucchieri (74 mila, 5%). La regione con più contribuenti coinvolti è la Lombardia (231.304), seguita da Lazio (132.037), Veneto (125.222), Campania (121.118) e Emilia Romagna (116.579).
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