Ecoincentivi, polemica prima del via:
i bonus privati finiranno in poche ore

Domenica 4 Maggio 2014 di Giorgio Ursicino
La Tesla S, uno dei modelli che rientra nel massimo degli ecoincentivi
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LOS ANGELES - Dalla patria delle vetture ecologiche sembrano ancora meno rilevanti gli ecoincentivi che martedì prossimo entreranno in vigore in Italia. In California, infatti, si vendono ogni mese oltre 3 mila vetture in grado di viaggiare a “zero emission”, cioè elettriche od ibride plug-in.



Nel nostro paese, secondo un calcolo fatto dall’Unrae (l’Associazione dei costruttori esteri), saranno appena 13 mila le vetture che usufruiranno del bonus e molte di queste non sono “aggiuntive”, cioè si sarebbero regolarmente vendute anche senza l’aiutino da parte dello Stato. Poca roba per un mercato che, seppur in grande crisi, immatricola oltre 100 mila vetture al mese (sono state 119.803 ad aprile). Fra le vetture incentivate, inoltre, saranno poche centinaia quelle zero veramente a emissioni zero poiché nel mese appena concluso sono state consegnate in Italia solo 47 vetture elettriche, una cifra insignificante e pure in calo (-16,1%) visto che ad aprile del 2013 furono 56 (numeri che fanno sorridere e che nella piccola Norvegia si raggiungono in un giorno).



Acquistare un’auto di questo tipo è una scelta di campo visti i costi e le particolarità di utilizzo (autonomia limitata e difficoltà di ricarica) e i 2.500 euro messi dallo Stato (la metà del tetto massimo di 5 mila euro per emissioni inferiori fino a 49 gr/km deve essere garantita dal venditore che in ogni caso applica uno sconto anche senza incentivi). Il decreto del ministero dello Sviluppo del 6 aprile che ha dato in via libera alla tranche 2014 ha acceso molte polemiche come era già avvenuto lo scorso anno. Se l’impostazione base dell’operazione è corretta (si basa sulle emissioni di CO2, un parametro adottato dall’Ue e anche in altri continenti) il resto è discutibile e infatti ha animato molte discussioni.



Innanzi tutto, in una fase dove il mercato dei privati (le famiglie) è in particolare difficoltà (meno del 60% delle vendite totali anche ad aprile), metà della cifra disponibile (i 31,3 milioni di quest’anno più gli altrettanti avanzati lo scorso anno per un totale di 63,4 milioni) sono riservate alle aziende che, per giunta, devono avere un veicolo dello stesso tipo (auto, commerciali, moto) da rottamare. Una “fascia” a quanto pare inesistente visto che lo scorso anno è rimasta ampiamente inutilizzata.



Al contrario la parte di incentivi a cui possono accedere anche i privati (l’altra metà, non soggetta ai rottamazione, ma con emissioni inferiori ai 95 gr/km di CO2 e non 120) nel 2013 pare sia terminata in appena 40 minuti. Il decreto del Mise ha leggermente corretto le ripartizioni delle 3 fasce (il 15% fino a 49 gr/km di CO2, il 50% sotto i 95), ma la proporzione resta sbilanciata ed anche quest’anno dovrebbero esaurirsi rapidamente. Il ministero stesso ha preso le distanze dal provvedimento ricordando che non è una decisione di questo governo poiché resa operativa (è un programma triennale 2013-2015) da un provvedimento parlamentare nel 2012 approvato a larga maggioranza nelle diverse Commissioni.



Per evitare polemiche su eventuali aiuti commerciali ad un settore, il Ministero dello Sviluppo evidenzia che la finalità degli ecoincentivi è ambientale e non mira ad incrementare le vendite. «Un Porcellum dell’auto», li ha definiti il presidente di Federauto (l’associazione dei concessionari) Pavan Bernacchi.
Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 09:18

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