Lo slancio dell’economia Ue proseguirà. può avere effetti sui prezzi. Non spaventa, invece, un possibile rallentamento della Cina. Perchè, una frenata «non avrebbe sull'Eurozona l'impatto negativo che avrebbe avuto due anni fa».
Insomma, il quadro è positivo, ma «serve ancora un livello molto elevato di accomodamento monetario», per il numero uno della Bce, Mario Draghi, che conferma tutta la sua cautela nell’intervento presso la Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Le decisioni sul Qe, andranno prese «più avanti quest’anno»; ribadisce Draghi. Dunque l’ultima fotografia sulla crescita. «L’espansione economica è ora stabile e ampia nella zona euro e nei vari settori», dice Draghi. Il Pil reale «è migliore del previsto nella prima metà del 2017, arrivando al 2,3%, anno su anno, nel secondo trimestre». E ancora «l’economia della zona euro ha beneficiato di 17 trimestri consecutivi di crescita, e le ultime informazioni indicano uno slancio che proseguirà nel prossimo periodo». Questo non vuol dire che non vada usata la dovuta dose di prudenza nel mettere mano alla politica monetaria. «La stabile ripresa» ancora non si traduce in «più convincenti» dinamiche dell’inflazione. I rischi di deflazione sono «essenzialmente spariti», ma l’inflazione sottostante è migliorata «solo moderatamente» negli ultimi mesi, dice Draghi al Parlamento Ue. L’inflazione core, all’1,5% ad agosto, è attesa in discesa «temporanea» verso la fine dell’anno. Quindi, anche se siamo «più fiduciosi» che l’inflazione andrà verso gli obiettivi, «sappiamo che serve ancora un livello molto elevato di accomodamento monetario». In ogni caso, chiarisce, la Bce non ha discusso di modificare il limite del 33% per il debito di ciascuno stato emittente agli acquisti di titoli sovrani sul mercato secondario. Poi la ricetta. «Mentre un aggiustamento ciclico si sta verificando, ci sono ancora questioni strutturali che impediscono una convergenza economica sostenuta», necessaria «per un miglior funzionamento dell’Unione economica e monetaria (Emu)». Servono quindi, conclude Draghi, «politiche nazionali che sblocchino il potenziale delle nostre economie», e «passi decisivi per rendere la governance dell’Emu più adatta allo scopo».
Ultimo aggiornamento: 19:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA Ma esistono ancora rischi al ribasso legati a fattori globali o ai cambi. E visto che «la stabile ripresa» ancora non si traduce in «più convincenti» dinamiche dell’inflazione, è ancora presto, forse, per cambiare rotta. Anche perchè la recente volatilità dell'euro
Insomma, il quadro è positivo, ma «serve ancora un livello molto elevato di accomodamento monetario», per il numero uno della Bce, Mario Draghi, che conferma tutta la sua cautela nell’intervento presso la Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Le decisioni sul Qe, andranno prese «più avanti quest’anno»; ribadisce Draghi. Dunque l’ultima fotografia sulla crescita. «L’espansione economica è ora stabile e ampia nella zona euro e nei vari settori», dice Draghi. Il Pil reale «è migliore del previsto nella prima metà del 2017, arrivando al 2,3%, anno su anno, nel secondo trimestre». E ancora «l’economia della zona euro ha beneficiato di 17 trimestri consecutivi di crescita, e le ultime informazioni indicano uno slancio che proseguirà nel prossimo periodo». Questo non vuol dire che non vada usata la dovuta dose di prudenza nel mettere mano alla politica monetaria. «La stabile ripresa» ancora non si traduce in «più convincenti» dinamiche dell’inflazione. I rischi di deflazione sono «essenzialmente spariti», ma l’inflazione sottostante è migliorata «solo moderatamente» negli ultimi mesi, dice Draghi al Parlamento Ue. L’inflazione core, all’1,5% ad agosto, è attesa in discesa «temporanea» verso la fine dell’anno. Quindi, anche se siamo «più fiduciosi» che l’inflazione andrà verso gli obiettivi, «sappiamo che serve ancora un livello molto elevato di accomodamento monetario». In ogni caso, chiarisce, la Bce non ha discusso di modificare il limite del 33% per il debito di ciascuno stato emittente agli acquisti di titoli sovrani sul mercato secondario. Poi la ricetta. «Mentre un aggiustamento ciclico si sta verificando, ci sono ancora questioni strutturali che impediscono una convergenza economica sostenuta», necessaria «per un miglior funzionamento dell’Unione economica e monetaria (Emu)». Servono quindi, conclude Draghi, «politiche nazionali che sblocchino il potenziale delle nostre economie», e «passi decisivi per rendere la governance dell’Emu più adatta allo scopo».