Imprese, niente rata Irap a giugno, ristori fino a 40 mila euro, aiuti al rinnovo dei locali

Giovedì 14 Maggio 2020 di Andrea Bassi
Imprese, niente rata Irap a giugno, ristori fino a 40 mila euro, aiuti al rinnovo dei locali

La misura era stata fortemente chiesta da Confindustria. E alla fine è arrivata. Uscita anche rafforzata dalle infinite riunioni di maggioranza grazie, soprattutto, al pressing di Italia Viva. Le imprese da zero a 250 milioni di fatturato annuo, non dovranno versare la rata di giugno dell’Irap. Di fatto viene condonato sia il saldo 2019 dell’imposta, che l’acconto sul 2020 che da solo vale il 40% di quanto dovuto al Fisco.

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Si tratta di un aiuto rilevante per le imprese che, secondo le stime della Ragioneria generale dello Stato, vale quasi quattro miliardi di euro di minor gettito per le casse pubbliche. Ma taglio dell’Irap, in qualche modo, ha inciso su altri pezzi del pacchetto imprese. Siccome la riduzione il governo alla fine è stata estesa anche alle aziende con meno di 5 milioni di fatturato, Tesoro e Palazzo Chigi hanno deciso di rivedere gli aiuti a fondo perduto che interessano proprio questa platea di imprese. L’indennizzo, che nel complesso vale 6 miliardi di euro, spetterà solo a quelle che hanno perso ad aprile almeno il 33% dei ricavi rispetto allo stesso mese del 2019. Per le imprese fino a 400 mila euro di ricavi, il ristoro sarà del 20% del fatturato perso; per quelle tra 400 mila euro e un milione di ricavi, il ristoro sarà del 15% della perdita di fatturato, sempre per il solo mese di aprile; per quelle da 1 a 5 milioni di ricavi, l’indennizzo sarà del 10%. Il ristoro massimo, insomma, sarà di circa 40 mila euro, quello minimo di mille euro. La platea di imprese fino a 5 milioni di fatturato avrà anche un altro aiuto: un credito di imposta sugli affitti. Spetterà a quelle che potranno dimostrare durante il periodo dell’emergenza una perdita di ricavi pari al 50%.
 



Il credito di imposta sarà del 60% sui canoni di affitto. Per le sole strutture alberghiere, il credito di imposta spetta a prescindere dalla perdita di fatturato. L’agevolazione fiscale potrà anche essere ceduta al proprietario dell’immobile in modo da compensare il pagamento dei canoni dovuti e non ancora riscossi. Per il settore turistico arriva anche l’esenzione dal pagamento dell’Imu di giugno. Spetterà agli stabilimenti balneari, ma è stata estesa anche agli agriturismi e alle stazioni termali. Per gli alberghi il pagamento della rata potrà essere evitato solo se il proprietario delle mura è anche il gestore dell’hotel.
LE CONDIZIONI
Nel decreto hanno trovato spazio poi le norme, molto discusse, che consentiranno allo Stato di entrare nel capitale delle medie imprese. Nascerà un «Fondo patrimonio pmi» gestito da Invitalia, che potrà intervenire nelle ricapitalizzazioni per un massimo di 800 mila euro ad azienda. L’imprenditore dovrà riscattare l’aiuto entro 6 anni. I soldi immessi dallo Stato saranno soggetti ad alcune condizionalità. L’iniezione di liquidità pubblica dovrà essere utilizzata per la digitalizzazione, investimenti per la sostenibilità ambientale, e per la difesa occupazionale. Per le grandi imprese interverrà, invece, la Cassa depositi e prestiti con 50 miliardi. Nascerà un patrimonio dedicato, e ci saranno delle linee prioritarie di investimento: infrastrutture critiche e strategiche, filiere produttive ritenute fondamentali, imprese ad alto contenuto tecnologico. Tra le agevolazioni per le imprese ci sarà anche un taglio del costo dell’energia elettrica. Una misura per la quale il governo ha stanziato 600 milioni di euro. L’intervento sarà effettuato tramite l’Arera, l’Autorità di regolazione di energia, rifiuti e acqua, che agirà sui cosiddetti «oneri di sistema», ossia quelle voci improprie che gravano sulle bollette elettriche (dallo smantellamento del nucleare agli incentivi alle energie rinnovabili). Il taglio degli oneri varrà per tre mensilità: maggio, giugno e luglio del 2020. Misure specifiche saranno poi introdotte per gli esercizi commerciali. Sono stati stanziati 2 miliardi per l’adattamento dei locali aperti al pubblico. Il meccanismo sarà quello di un credito di imposta cedibile pari al 60% delle spese sostenute, con un limite di 80 mila euro ad azienda, che si aggiungono al credito di imposta sanificazione. Per i ristoranti che dovranno garantire il distanziamento, sarà più semplice mettere tavolini all’aperto. Fino ad ottobre non serviranno autorizzazioni e non si verserà nemmeno la Tosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico.
Andrea Bassi

Ultimo aggiornamento: 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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