Il deficit pubblico 2019 che a dicembre era stimato al 2,04% del Pil viene ora rivisto al 2,4% per effetto del rallentamento dell’economia: sarebbe anzi al 2,5% se non fosse stato deciso di confermare il congelamento di spese dei ministeri per 2 miliardi. Il saldo strutturale (quello rilevante ai fini europei) dovrebbe peggiorare dello 0,1% rispetto al 2018, risultando però in lieve miglioramento se si tiene conto della clausola “eventi eccezionali”. Il disavanzo tornerebbe a scendere in rapporto al prodotto nel 2020 (1,8%) e poi negli anni successivi. Secondo il ministero dell’Economia la riduzione del disavanzo strutturale da qui al 2022 sarebbe «in linea con una graduale convergenza verso il pareggio».
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