Governo, l'avviso degli industriali. Boccia: «Così la crescita frena». Il decreto slitta ancora

Giovedì 28 Giugno 2018 di Michele di Branco
Governo, l'avviso degli industriali. Boccia: «Così la crescita frena». Il decreto slitta ancora
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Già nella sua relazione annuale si era capito che Vincenzo Boccia, il leader degli industriali, non avrebbe fatto sconti al governo. La conferma è arrivata ieri. Boccia ha bollato come «un errore» irrigidire i contratti a termine e ha chiesto al governo di ascoltare le «idee degli altri» prima di decidere. Questo a margine della presentazione di un'analisi del Centro Studi di Confindustria con la quale ha avvisato che l'economia italiana rallenta più del previsto, che è plausibile che serva una manovra correttiva da 9 miliardi quest'anno e da 11 miliardi nel 2019, che non è chiaro come sia possibile conciliare con l'equilibrio dei conti pubblici le promesse del Contratto di governo come Flat tax, Reddito di cittadinanza e una controriforma della Fornero. Intanto il governo ha fatto slittare l'obbligo di fatturazione elettronica nel settore dei carburanti, ma ha rinviato il decreto dignità.

L'atteso Consiglio di ministri di ieri si è chiuso con la conferma che l'e-fattura dovuta dai benzinai viene posticipata dall'1 luglio 2018 all'1 gennaio 2019 mentre il primo vero provvedimento economico della neo maggioranza giallo-verde resta in parcheggio. In attesa di essere sbloccato all'inizio della prossima settimana. «Il decreto dignità è un punto di partenza, è pronto e sta facendo il giro delle sette chiese con le bollinature varie: deve essere solo vidimato dai mille organi di questo Paese», ha ironizzato Di Maio. Il piatto forte è costituito dal giro di vite sui contratti a termine e sui contratti di somministrazione del lavoro. In particolare, oltre alla possibile riduzione delle proroghe da 5 a 4, dovrebbero essere saranno reintrodotte le causali: entreranno in vigore dopo i primi dodici mesi del contratto (il cui tetto complessivo resta di 36 mesi) e riguarderanno esigenze temporanee e oggettive, e picchi di lavoro ordinari o stagionali. Altra novità, riemergono le penali: ogni rinnovo, a partire dal secondo, sarà sottoposto ad un aggravio contributivo dello 0,5%. La stretta è già finita nel mirino di Confindustria. «Aumentare i costi dei contratti a termine sarebbe sbagliato» ha avvertito Boccia. «L'occupazione ha spiegato il numero uno degli industriali non si genera irrigidendo le regole e quelli che stanno per essere introdotti sono solo elementi formali che non porteranno alcuna positività né nuova occupazione».

IL DOSSIER
Le parole di Boccia sono cadute, forse non a caso, proprio nel giorno in cui il Centro studi di Confindustria ha corretto le stime di crescita dell'Italia prevedendo un rallentamento dell'economia nel 2018-2019. Il Pil è previsto quest'anno all'1,3% (la stima precedente era 1,5%) e decelera ulteriormente all'1,1% nel 2019 (dall'1,2%). L'occupazione, invece, crescerà ad un ritmo sotto l'1% sia nel 2018 sia nel 2019. Anche a causa di questo rallentamento, per gli economisti di Viale dell'Astronomia «è plausibile la richiesta di una manovra correttiva in corso d'anno». E nelle previsioni la correzione richiesta quest'anno sarebbe di 0,5 punti di Pil, pari a 9 miliardi. Il quadro generale, insomma, preoccupa Confindustria. «La dinamica meno favorevole del Pil si ripercuote sui conti pubblici e ora molto dipenderà dalle scelte di politica economica che adotterà il Governo riguardo la clausola di salvaguardia, l'attuazione di misure espansive indicate nella risoluzione al Def e nel Contratto di Governo e l'intenzione di rispettare i vincoli di bilancio» ha ammonito il Centro studi ricordando che proprio sulla tenuta dei conti pubblici «verremo giudicati dagli operatori finanziari che acquistano il nostro debito pubblico».

Proprio l'andamento ordinato delle aste dei titoli, peraltro, continua ad essere al centro delle preoccupazioni di Confindustria che annota come «l'aumento degli spread in Italia rispetto ai titoli tedeschi si è ripercosso anche negli altri Paesi del sud Europa: è evidente come l'Italia rappresenti un rischio per l'intera area euro». Sempre sull'andamento dello spread, rilevano gli economisti di via dell'Astronomia, «cresce il costo del finanziamento: più 100 punti base ad oggi rispetto alla media dei primi 4 mesi dell'anno». Al nuovo governo il presidente Boccia ha inoltre chiesto di garantire un «confronto serrato», di ascoltare le parti «prima di decidere nel primato della politica». E a Matteo Salvini, che ha indicato come priorità le piccole imprese, ha rivolto un messaggio diretto spiegando che «questo Paese non ha bisogno di divisioni tra categorie ma di unità».
 

Ultimo aggiornamento: 17:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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