Coronavirus, il recupero delle Borse? Ora si scommette sul rimbalzo d’estate

Lunedì 30 Marzo 2020 di Roberta Amoruso
Operatore di Borsa al lavoro

Il rimbalzo d’estate? Prepariamoci, metà delle perdite potrebbero essere un ricordo, nonostante la volatilità. Da inizio anno è andato in fumo tra il 25% e il 30% delle borse mondiali. Piazza Affari ha bruciato il 29% del suo valore, oltre un terzo dai massimi del 19 febbraio. L’Eurostoxx ha perso il 25%, più o meno quando il Dow Jones (-24%), mentre è andata un po’ meglio al Nasdaq ( (-16%) e al Nikkei giapponese (-16%). Dunque i mercati hanno già messo in conto un taglio secco agli utili e una recessione globale di cui si fa fatica a rincorrere le previsioni data l’incertezza del lockdown che sta coinvolgendo al momento il 92% del Pil mondiale. Ma il motore della ripresa non potrà tardare. Non solo perché la Cina è già ripartita, seppure non a pieno regime, o perché gli Stati Uniti hanno messo sul tavolo una dote da 2.000 miliardi di dollari che darà prima o poi i suoi frutti. Ma perché anche l’Europa sarà costretta a dare un segnale più forte di quello dato finora in ordine sparso. Li dove nel frattempo si sarà limitata la propagazione del coronavirus.

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Ecco perchè Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities si aspetta «un rimbalzo dell’economia mondiale nella seconda metà del 2020, che dovrebbe proseguire nel 2021». Dunque, «entro fine anno i mercati potrebbero recuperare almeno la metà di quanto perso a inizio 2020». Lo scenario peggiore stimato è infatti «una profonda recessione di due trimestri derivante dalle misure di contenimento del virus adottate». Mentre «il rimbalzo atteso dovrebbe successivamente derivare da un progressivo contenimento della crisi sanitaria grazie alle contromisure adottate e all’arrivo dell’estate nell’emisfero nord, che dovrebbe limitare la propagazione del virus». Se tutto questo sarà confermato dai fatti, spiega Garbarino è lecito aspettarsi un rimbalzo dei mercati finanziari nel corso dell’estate» visto storicamente gli andamenti borsistici hanno anticipato di qualche mese l’andamento economico. Dove puntare? «Al momento, l’area geografica da prediligere sono gli Usa per Lemanik: «Flessibilità del mercato del lavoro, indipendenza energetica, leadership tecnologica, trend demografici in crescita, liquidità dei mercati sono solo alcune delle caratteristiche che rendono gli Usa appetibili».

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Le aziende domiciliate in Usa hanno meccanismi di corporate governance più tutelanti e politiche “shareholder friendly” nella distribuzione del capitale in eccesso (dividendi e buyback). Il mercato azionario Usa è sempre apparso statisticamente più caro rispetto agli altri mercati mondiali. La apparente sopravvalutazione è però giustificata da pesi settoriali differenti, tassi di crescita superiori oltre a una migliore qualità degli utili aziendali. La zona Euro è purtroppo caratterizzata da scarsa crescita, mentre i mercati emergenti presentano rischi elevati, anche legati all’andamento instabile delle valute locali. Riguardo all’Italia, la crisi in corso avrà un impatto negativo sia sul debito, che salirà a causa degli interventi fiscali necessari, che sul Pil, il quale subirà una contrazione dovuta alle contromisure senza precedenti adottate per contrastare il virus. Pertanto, il rapporto debito/Pil, indicatore considerato importante dai mercati, salirà marcatamente. Dunque nonostante il potente intervento della Bce i Btp italiani e il loro rendimenti potrebbero rimanere osservati speciali. Come il settore bancario. Dunque anche in Italia vale la pena di guardare ai titoli che riusciranno a difendere i dividendi. Molte società nel mondo, come in Italia, hanno deciso di sospendere la distribuzione dei dividendi in piena emergenza Coronavirus.

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Le indicazioni della Fed e della Bce stanno spingendo anche le banche alla prudenza necessaria, congelando cedole e buyback. Ma per Morgan Stanley c’è una lista di titoli ad alto rendimento per molto improbabile un taglio delle cedole nei prossimi 2-3 anni. Tra questi, i titoli Accor, Akzo Nobel, Alstria, Arkema, Axa, Carrefour, Danone, Edp, Enel, Evonik Industries, Leg Immobilien, Sanofi, Unilever, Vodafone e Vonovia. Tra le aziende italiane oltre a Enel c’è Generali.

A patto che non cambino i programmi visto che proprio in questa ore l’Ivass ha fatto sapere di essere pronta a chiedere alle compagnie italiane massima prudenza sulla distribuzione dei dividendi in ragione dell’emergenza Coronavirus, che inevitabilmente avrà conseguenze sull’intero comparto.
 
 

Ultimo aggiornamento: 15:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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