Tutto da rifare per il 'bonus' statale da 600 euro per i professionisti a basso reddito e per quelli la cui attività è stata danneggiata dall'emergenza Coronavirus: ad oltre una settimana dall'avvio della presentazione delle domande online, il primo aprile, infatti, la pubblicazione notturna in Gazzetta ufficiale del Decreto Imprese ha modificato i requisiti per l'accesso al beneficio previsto dal Decreto Cura Italia, specificando che l'indennità spetta agli iscritti «in via esclusiva» alle Casse di previdenza private «non titolari di trattamento pensionistico».
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Il maxi-emendamento governativo al Cura Italia, approvato oggi (con la fiducia) al Senato, ha inoltre ulteriormente rivisto la platea degli aventi diritto, chiarendo che non potranno avere l'indennità soltanto i titolari di assegno di anzianità e di vecchiaia, aprendo, così, le porte alle istanze di chi, ad esempio, riceve una prestazione d'invalidità e finora non pensava di poter ricevere il 'gettonè.
Per le Casse previdenziali è stata una 'doccia freddà, soprattutto perché i primi pagamenti erano imminenti: l'Enpam (medici e dentisti) fa sapere d'averne 'bloccatì 25.262 in partenza domani, e altrettanto riferisce la Cassa dottori commercialisti (Cnpadc), cui si erano rivolti 25.000 associati, mentre la Cassa forense, con circa 140.000 domande per i 600 euro da altrettanti avvocati, domani sarà tenuta, come tutti gli Enti, a richiedere una «documentazione integrativa» per accedere al sussidio. Critico, infine, il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, per «l'ulteriore allungamento dei tempi per l'erogazione di cifre già insufficienti per sostenere centinaia di migliaia di liberi professionisti».
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