Citigroup Usa, sarà una donna a guidare la superbanca

Venerdì 11 Settembre 2020 di Flavio Pompetti
Citigroup Usa, sarà una donna a guidare la superbanca

Per la prima volta negli Usa, una donna sfonda il tetto di cristallo della finanza. L'attuale ceo di Citigroup, Michael Corbat, ha annunciato ieri che lascerà l'incarico che ha mantenuto negli ultimi sei anni. Al suo posto la nuova amministratrice della terza banca statunitense sarà Jane Fraser, 53 anni, inglese di nascita, entrata nel gruppo Citi a partire dal 2004. Il traguardo era nell'aria da tempo, e il nome della stessa Fraser era stato fatto l'anno scorso, quando la Wells Fargo era alla ricerca di un nuovo amministratore esterno alla banca. La scelta finale cadde ancora una volta su un uomo: Charlie Scharf, beniamino del ceo della JP Morgan, Jamie Dimon.

LA CARRIERA
La traiettoria della carriera che ha portato Fraser a scalare il vertice della Citi è impeccabile: laurea al Griton College di Cambridge, gavetta da analista alla sezione britannica della Goldman. Poi il salto nella scena internazionale con la McKinsey a New York, dove ha studiato e scritto delle sfide legate alla globalizzazione. Nel 2004 è alla Citigroup, con incarichi sempre più importanti nel Sud America, dove nel 2015 era direttrice esecutiva delle operazioni in 24 paesi. Dalle sede di Miami ha coordinato la moralizzazione della controllata Banamex, dopo che la banca messicana era stata condannata in tribunale per frode.

La nomina è una pietra miliare nella finanza internazionale. La presenza femminile nel settore è in crescita esponenziale, ma all'ombra di Christiane Lagarde e di Kristalina Georgieva, l'ascesa ai vertici della piramide da parte delle donne è ancora ostacolata da pregiudizi e ostacoli. Durante una audizione congressuale l'anno scorso, ai dirigenti delle maggiori cinque banche nazionali negli Usa fu chiesto se si aspettavano di essere sostituiti da una donna a fine servizio. Tacquero tutti, incluso Corbat, il dirigente chiamato alla Citigruop a rilanciare le sorti della banca dopo il tracollo della crisi del 2008.
Un rapporto di Oliver Wyman descrive l'ascesa femminile nel settore della finanza in 38 dei paesi più sviluppati. Al livello di primo impiego il numero delle donne è raddoppiato negli ultimi dieci anni, e ha ormai raggiunto la parità con i colleghi maschi. Le funzionarie si raggiungono in breve tempo posizioni manageriali (47%).

I problemi iniziano nella fase mediana della carriera, quando molte di loro si trovano di fronte alla scelta della maternità, e non sono adeguatamente assistite dalle aziende. Solo il 27% raggiunge posizioni di vice presidenza, e solo il 23% di loro entra nei cda. Su scala globale le donne ceo sono solo il 6%. Il paese più avanzato in quanto a presenza femminile nella finanza è Israele, seguito dalle nazioni scandinave, dal Canada e dalla Tailandia. Gli Usa sono solo al nono posto della classifica, l'Italia al 28mo posto, sotto la Nigeria, l'Indonesia, il Sud Africa e il Messico, e appena sopra gli Emirati Arabi. L'assenza di donne al vertice, segnala il rapporto, si traduce in una mancanza di servizio a favore di donne clienti. Nel totale, una perdita su scala globale di circa 700 miliardi di dollari in affari mancati.
 

Ultimo aggiornamento: 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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