Cassa integrazione, mezzo milione di persone senza soldi. Al Sud il ritardo più forte

Giovedì 18 Giugno 2020 di Francesco Bisozzi
Cassa integrazione, mezzo milione di persone senza soldi. Al Sud il ritardo più forte

La cassa integrazione si candida a diventare la Waterloo dell'Inps di Pasquale Tridico. Ci sono mezzo milione di persone che ancora attendono di essere pagate e intanto hanno perso il conto delle promesse non mantenute, ma per i sindacati la platea degli esclusi potrebbe addirittura raggiungere quota un milione se si guarda alle risorse prenotate fin qui dalle aziende anziché alle domande divenute effettive.
Circa la metà, oltre duecentomila lavoratori, aspetta i soldi della cassa in deroga: in molte regioni del Sud, tra cui la Campania, le domande in attesa di autorizzazione si aggirano attorno al 20 per cento, spiegano gli esperti della Fondazione studi consulenti del lavoro. Sono infine ben 123 mila i lavoratori che non hanno ancora ricevuto un solo pagamento da quando è iniziata l'emergenza, ovvero da febbraio.

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LE PROMESSE
Il presidente dell'Inps aveva promesso che tutti i pagamenti sarebbero stati completati entro il 15 giugno, costringendo i propri uomini a fare gli straordinari per cercare di smaltire in tempo la mole di domande rimaste giacenti. Ma i lavoratori che attualmente non hanno ancora ottenuto l'integrazione salariale sono almeno 562 mila, stando agli ultimi dati forniti dall'istituto. In realtà gli esclusi dalla cig potrebbero essere però molti di più, come spiega al Messaggero la segretaria confederale Uil Ivana Veronese: «Una parte dei dati sulla cig sono stati volutamente oscurati. Gli ultimi numeri pubblicati dall'Inps fanno riferimento ai modelli sr41 presentati dalle aziende finora, con i dati dei lavoratori in attesa dell'integrazione salariale, tuttavia ci sono imprese che ancora devono inviarli ma che hanno prenotate comunque le risorse della cig. Risultato? Non sappiamo l'effettivo tiraggio degli ammortizzatori e se le risorse in qualche caso sono finite. A quanto ci risulta nel Lazio e in Campania i soldi per la cassa in deroga sono terminati. Il fondo del Fis, che eroga l'assegno ordinario, prima dell'emergenza poteva contare su una dote da 1,6 miliardi, che potrebbe essere stata severamente intaccata nel corso di questi ultimi mesi».

I sindacati in pratica accusano l'Inps di giocare a carte coperte.

Sono state le aziende ad anticipare i pagamenti con conguaglio Inps a oltre la metà dei lavoratori raggiunti finora dalla cig. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervenuto ieri agli Stati Generali a Villa Pamphilj, non ha nascosto la propria preoccupazione: «La cassa integrazione è stata liquidata in vasta misura dalle imprese e così sarà per le ulteriori quattro settimane di proroga». I dati dell'istituto di previdenza del 14 giugno sulle integrazioni salariali Covid-19 si riferiscono solo a quelle erogate direttamente dall'Inps: in tutto risulta che sono stati pagati 5.068.425 lavoratori su 5.630.457 aventi diritto. I beneficiari che hanno ottenuto i soldi della cassa integrazione ordinaria sono circa 1,6 milioni, oltre due milioni hanno preso la cassa in deroga mentre l'assegno ordinario è stato ricevuto da 1,4 milioni di persone. La metà dei lavoratori con i pagamenti in ritardo, 223 mila, aspetta la cassa in deroga. Sono invece 123.542 i beneficari da pagare che da febbraio non hanno incassato nemmeno un pagamento: in 50.483 devono avere accesso alla cassa integrazione in deroga mentre in ventimila a quella ordinaria. L'Inps intanto gioca in difesa e specifica che nelle prime due settimane di giugno sono state completate le procedure di liquidazione per 629.494 lavoratori su un totale di 896.868. Anche per i consulenti del lavoro i numeri però non tornano e sostengono che la platea delle persone coinvolte dai ritardi potrebbe essere decisamente più vasta di così. «Il numero delle persone che ancora attendono gli aiuti previsti dai decreti emergenziali è sicuramente più elevato rispetto a quello che emerge dagli ultimi dati diffusi dall'Inps. La maggior parte dei beneficiari in attesa dell'integrazione si trova al Sud. Se guardiamo il tasso di autorizzazione della cassa integrazione in deroga troviamo agli ultimi tre posti della classifica tre Regioni del Mezzogiorno, la Puglia, con il 21 per cento delle domande ancora in attesa di autorizzazione, il Molise, a quota venti per cento, e la Campania, dove l'asticella si ferma al 19 per cento. Infine, almeno l'80 per cento delle aziende hanno esaurito le quattordici settimane di cassa integrazione previste e necessitano di anticipare le ultime 4 settimane», racconta Pasquale Staropoli, il responsabile della Scuola di alta formazione della Fondazione studi dei consulenti del lavoro.

Ultimo aggiornamento: 14:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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