ROMA - Canone Rai per i PC ed i tablet? Leggenda metropolitana cosi come lo (per ora) quella di un canone agganciato all'utenza elettrica. Il canone Rai “speciale” di cui tanto si parla in questi giorni non ha nulla a che vedere con il possesso di un PC, ma è stato previsto dalla legge per tutte le aziende che detengono apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmnissioni televisive e che ne facciano un uso di lucro (ne è un esempio il pub o la pizzeria che trasmette musica, partite ecc.). Il canone speciale, il cui importo è stato fissato in 407,35 euro, è stato richiesto nei giorni scorsi a milioni di imprese artigiane e detentori di partite IVA.
Le lettere, recapitate ai malcapitati, invitano il destinatario ad effettuare il versamento quando ne ricorrano i presupposti, vale a dire possesso di un apparecchio di ricezione e fine di lucro. Resterebbero dunque esclusi dal pagamenti tutti gli autonomi che non fanno della trasmissione di programmi televisivi un business, indipendentemente dal possesso o meno di un PC. Il problema è nato perché la lettera, così come il bollettino allegato senza scadenza, ha generato molta confusione, tanto che le associazioni degli artigiani ancora protestano e chiedono chiarimenti, sollecitando i propri associati a “non pagare nulla”. Un tipico caso di totale assenza di trasparenza e, forse, di eccessiva astuzia. ”Le nostre sedi territoriali stanno ricevendo centinaia di telefonate di artigiani preoccupati e indignati, ai quali raccomandiamo di non pagare nulla se non prima di aver verificato attentamente la propria situazione”, afferma Marco Accornero della Confederazione libere associazioni artigiane italiane (Claai). ”Il dubbio è che la Rai, in difficoltà per il taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo, provi a fare cassa con un sistema molto dubbio, spedendo le cartelline da 407 euro anche ad aziende, professionisti, lavoratori autonomi”, denuncia il Presidente degli artigiani veneti.
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 10:39
Le lettere, recapitate ai malcapitati, invitano il destinatario ad effettuare il versamento quando ne ricorrano i presupposti, vale a dire possesso di un apparecchio di ricezione e fine di lucro. Resterebbero dunque esclusi dal pagamenti tutti gli autonomi che non fanno della trasmissione di programmi televisivi un business, indipendentemente dal possesso o meno di un PC. Il problema è nato perché la lettera, così come il bollettino allegato senza scadenza, ha generato molta confusione, tanto che le associazioni degli artigiani ancora protestano e chiedono chiarimenti, sollecitando i propri associati a “non pagare nulla”. Un tipico caso di totale assenza di trasparenza e, forse, di eccessiva astuzia. ”Le nostre sedi territoriali stanno ricevendo centinaia di telefonate di artigiani preoccupati e indignati, ai quali raccomandiamo di non pagare nulla se non prima di aver verificato attentamente la propria situazione”, afferma Marco Accornero della Confederazione libere associazioni artigiane italiane (Claai). ”Il dubbio è che la Rai, in difficoltà per il taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo, provi a fare cassa con un sistema molto dubbio, spedendo le cartelline da 407 euro anche ad aziende, professionisti, lavoratori autonomi”, denuncia il Presidente degli artigiani veneti.
