Bonus cultura 18app, decreto crescita dimezza fondi: a rischio i 500 euro per libri e concerti

Giovedì 2 Maggio 2019
Bonus cultura 18app, decreto crescita dimezza fondi: a rischio i 500 euro per libri e concerti

Un taglio di 100 milioni su una dotazione per il 2019 di 240: il bonus cultura "18 app" voluto a suo tempo dal governo Renzi e riservato ai diciottenni esce quasi dimezzato dal decreto crescita appena entrato in vigore. Il provvedimento sul quale l'attuale esecutivo conta per spingere l'economia ha per quest'anno un impatto finanziario di 429 milioni (in termini di indebitamento netto, il saldo rilevante ai fini europei). Circa un quarto di questa somma viene "coperta" con il taglio dell'autorizzazione di spesa originariamente prevista nel 2015 per attivare lo strumento "18 app", grazie al quale i ragazzi e le ragazze che compivano 18 anni hanno potuto spendere fino a 500 euro in libri, concerti o altri consumi culturali.

Il bonus non è un intervento strutturale e deve quindi essere rifinanziato volta per volta. Per i nati nel 2000 non ci sono problemi: hanno maturato il diritto lo scorso anno e fino al 30 giugno possono registrarsi sul'apposito sito per poi utilizzare i 500 euro entro dicembre. I neodiciottenni del 2019,dovranno invece spendere nel 2020 i fondi dell'anno in corso. Quanti ce ne sono? L'ultima legge di Bilancio del governo Gentiloni aveva lasciato 290 milioni. Con la successiva manovra l'esecutivo giallo-verde ne aveva tagliati complessivamente 60, riservandosi di rivedere lo strumento: dopo aver inserito e subito cancellato un riferimento all'Isee si lasciava di fatto le mani libere, fissando un tetto di spesa a 240 milioni (10 in più di quelli teoricamente rimasti) e rinviando ad un decreto del ministro per i Beni e le attività culturali la definizione di importi, criteri e modalità di attribuzione.

Va ricordato che negli anni scorsi il bonus, assegnato a tutti senza alcun criterio di reddito, non è stato sfruttato in pieno dagli aventi diritto. La stessa relazione tecnica alla legge di Bilancio per il 2019 - nel giustificare i tagli - parlava di un utilizzo al 72% nel biennio precedente, facendo poi qualche calcolo: se aderissero il 90 per cento dei diciottenni del 2019 la spesa arriverebbe a circa 265 milioni. Chiaramente una decurtazione di ulteriori 100 milioni (che ha già suscitato le proteste del Pd) cambia le carte in tavola. Sarebbero probabilmente inevitabili una riduzione dell'importo di 500 euro (del resto non specificato nell'ultimo testo di legge) ed anche l'inserimento di criteri selettivi all'ingresso, Isee o altri.

In una nota il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli e il vice ministro dell'Economia Laura Castelli hanno giustificato il taglio spiegando che  i 100 milioni «sono stati solo anticipati e saranno stanziati di nuovo tra qualche settimana».

Per il resto, il decreto crescita mette insieme le coperture necessarie racimolando risorse in vari fondi di bilancio. Tra le altre voci si possono segnalare una vecchia legge del 1988 che destinava risorse all'edilizia sanitaria in particolare per gli anziani e i non autosufficienti (50 milioni), le norme di finanziamento delle agenzie fiscali (50 milioni) i fondi legati alla programmazione europea 2014-2020 e altri ancora.

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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