Bollette a 28 giorni, ispezioni della Gdf sui principali operatori telefonici

Giovedì 15 Febbraio 2018
Bollette a 28 giorni, ispezioni della Gdf sui principali operatori telefonici
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Il Nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza, su richiesta dell'Autorità garante concorrenza e mercato, ha eseguito una serie di ispezioni presso i principali operatori di telefonia fissa e mobile. 

Le ispezioni riguardano possibili intese restrittive della concorrenza e sarebbero collegati alla fatturazione mensile delle bollette. Gli accertamenti sono avvenuti nelle sedi di Tim, Wind 3, Vodafone, Fastweb e anche in Asstel, l'associazione delle imprese di settore.

«Nella riunione del 7 febbraio 2018, l’Autorità ha deliberato l’avvio di un procedimento istruttorio nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell’associazione di categoria Assotelecomunicazioni - Asstel per accertare se tali imprese, anche tramite la suddetta associazione abbiano, in violazione dell’art. 101 del TFUE, coordinato la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati dei servizi al dettaglio di telecomunicazione elettronica fissi e mobili, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi», informa l'Autorità.

Secondo l’ipotesi istruttoria, il coordinamento suddetto è sfociato da ultimo nell’adozione di pressoché identiche modalità di attuazione dell’obbligo introdotto dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) per gli operatori di servizi di comunicazione elettronica di prevedere per i contratti stipulati una cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese. Fastweb, TIM, Vodafone e Wind Tre hanno, infatti, comunicato quasi contestualmente ai propri clienti che, in ottemperanza al suddetto obbligo, la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile e non più di quattro settimane e di voler attuare di conseguenza una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, anziché 13.

Il supposto coordinamento tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre sarebbe finalizzato a preservare l’aumento dei prezzi delle tariffe determinato dalla iniziale modifica della periodicità del rinnovo delle offerte (da mensile a quattro settimane), e a restringere al contempo la possibilità dei clienti-consumatori di beneficiare del corretto confronto concorrenziale tra operatori in sede di esercizio del diritto di recesso. Per raggiungere tale finalità, i quattro operatori avrebbero concertato la variazione delle condizioni contrattuali comunicate ai propri clienti in ottemperanza agli obblighi normativi.

Il provvedimento di avvio dell’istruttoria non esclude la possibilità che l’intesa tra gli operatori telefonici abbia una durata e una portata più ampia e risalga all’introduzione stessa della cadenza delle quattro settimane dei rinnovi e all’incremento del prezzo unitario delle prestazioni offerte che ne è conseguito. Il procedimento si concluderà entro il 31 marzo 2019.

Gli operatori hanno utilizzato la fatturazione a cadenza di 28 giorni invece che mensili tra il 2016 e il 2017. Per l'Agcom gli operatori sarebbero dovuti tornare a bollette mensili già entro il 23 giugno dell'anno scorso. Poi è intervenuto il Parlamento a sancire lo stop definitivo alle bollette a 28 giorni. Il Tar intanto nei giorni scorsi ha bocciato la fatturazione a 28 giorni ma ha congelato l'obbligo di rimborsare i consumatori in bolletta per il pregresso. Sui rimborsi si esprimerà definitivamente il tribunale il 31 ottobre prossimo nell'udienza di merito. 

L'associazione che riunisce le società del settore Asstel ha dichiarato che «sta prestando la massima collaborazione alle autorità, nella consapevolezza di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale».

Tim invece ha ribadito in una nota «di aver sempre operato nel rispetto della normativa vigente garantendo la piena collaborazione a tutte le Autorità di settore e la massima trasparenza ai propri clienti. Tim esclude categoricamente che ci sia stato qualsiasi coordinamento della propria strategia commerciale con altri operatori anche in merito alle modalità e alle tempistiche di ottemperanza alla legge 172/2017 che, peraltro, impone a tutto il mercato di adottare, entro il 5 aprile 2018, la cadenza di di fatturazione mensile per i servizi di rete fissa e mobile».

«Wind Tre - sottolinea un comunicato - ha fornito con la massima collaborazione tutte le informazioni richieste. L'azienda conferma di aver pienamente rispettato le disposizioni di legge e di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale».

«Sono contento che la Guardia di Finanza si sia accorta che c’è un problema se tre operatori telefonici annunciano nello stesso giorno aumenti tariffari sostanzialmente analoghi - afferma Giovanni Paglia di Liberi e Uguali -. La cosa si sarebbe potuta risolvere prima, se si fosse accolta la proposta di LeU di impedire aggravi contestuali al ritorno alla bollettazione mensile. Rimane tuttavia un tema politico fondamentale: tre “concorrenti” non fanno un mercato, ma un oligopolio, cioè il peggiore dei sistemi possibili. L’arrivo di un quarto non cambierà le cose. Serve quindi un’Authority più forte, che possa impedire ex ante scelte arbitrarie da parte degli operatori».

«Ottima notizia, basta con i soprusi perpetuati dalle compagnie telefoniche», afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. «Abbiamo presentato ormai decine di esposti tra Antitrust e Autorità delle comunicazioni sulla questione delle bollette a 28 giorni. Non è pensabile che tutte, o quasi, stiano magicamente aumentando le tariffe, guarda caso, dell'8,6%. È ora, poi, che finalmente si rimborsino gli utenti e che le compagnie stornino quanto hanno indebitamente incassato a partire dal 23 giugno 2017», conclude Dona.

«Pienamente accolto l'esposto del Codacons che chiedeva all'Antitrust di accertare una intesa anticoncorrenza da parte della compagnie telefoniche operanti in Italia», afferma il Codacons, che ricorda come lo scorso 24 gennaio l'associazione presentò un formale esposto all'Autorità in cui si chiedeva di aprire una indagine per un presunto cartello messo in piedi dagli operatori della telefonia e lesivo della concorrenza e dei diritti dei consumatori. «Il Codacons è stata l'unica associazione che in Italia ha presentato un esposto all'Antitrust sulla questione delle fatturazioni a 28 giorni, e finalmente le nostre denunce iniziano a dare frutti - afferma il presidente Carlo Rienzi - In particolare avevamo segnalato come alcune compagnie telefoniche, a seguito del divieto di inviare bollette ogni 28 giorni, avessero comunicato ai propri clienti aumenti delle tariffe praticamente identici, circostanza che poteva rappresentare una intesa finalizzata a ridurre la concorrenza e danneggiare i consumatori. Se i principali operatori della telefonia applicano rincari contemporaneamente e nella stessa misura, l'utente non può nemmeno avvalersi del diritto di recesso, perché viene privato della possibilità di migrare verso società più convenienti» - aggiunge Rienzi. Se saranno accertati illeciti da parte dell'Antitrust, avvieremo una class action contro le compagnie telefoniche per gli enormi danni economici prodotti agli utenti - conclude il Codacons.

 

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 15:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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