Chiara Corazza: «She-Covery, la nostra sfida per un G20 più inclusivo»

Mercoledì 23 Dicembre 2020 di Chiara Corazza*
Chiara Corazza: «She-Covery, la nostra sfida per un G20 più inclusivo»

L'Italia prenderà la guida del G20 il prossimo anno, in un momento straordinario, di grande responsabilità storica, dopo una crisi sanitaria, economica e sociale inedita. Si tratta di un’opportunità per diventare “pioniera” di un nuovo modo di decidere, per ricostruire il mondo di domani e delineare una crescita diversa. Noi come Women’s Forum abbiamo lanciato “She-Covery”, una proposta ambiziosa per «ripartire» con le donne nel ruolo di leader, accanto agli uomini. È un cambiamento di paradigma, per il quale le donne non soltanto devono essere presenti ai tavoli in cui si disegna il futuro, per ricominciare in modo diverso, ma avere un ruolo decisionale. Non si tratta di «spartirsi una torta» e prenderne la metà: questa volta sono le donne a poter scegliere quali ingredienti mettere. Ed è per questo che il G20 in Italia dovrà essere rivoluzionario e lungimirante, perché il mondo va cambiato senza indugi, ma con una visione a lungo termine. Non è immaginabile che le donne non possano incidere sulle tre priorità centrali del prossimo vertice: people, planet, prosperity, popolazione pianeta e crescita.

Quali sono le priorità per noi? Acquisire le stesse competenze degli uomini per poter assumere ruoli decisionali nelle attività del futuro, in quella “rivoluzione del lavoro” alla quale assisteremo nei prossimi 10 anni, con cambiamenti nell’85% dei mestieri che ancora non conosciamo.

Sappiamo, però, che saranno legati al digitale, alla matematica, alla tecnologia mentre, nel mondo, abbiamo solo il 24% di donne attive in questi campi, i cosiddetti settori Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Ed è chiaro che solo conquistando forti competenze digitali che le donne potranno essere pronte a «gestire il futuro».

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Tra i paesi del G7 l’Italia è leader: l’Ocse evidenzia un 31% di donne impegnate nelle professioni Stem e il 40% di giovani diplomate in queste materie, il dato migliore in Europa. Per questo l’Italia al G20 può promuovere con determinazione un’alleanza coraggiosa (e ambiziosa) fra politica ed economia per ridurre il gap fra uomini e donne nel mondo del lavoro nei prossimi anni. Una sfida enorme, con implicazioni anche etiche. Ad esempio, se gli algoritmi per il riconoscimento facciale continueranno ad essere disegnati solo da ingegneri bianchi, si perpetueranno non solo errori ma anche pregiudizi: basti pensare che ancora non si riesce ad ottenere il riconoscimento facciale per le donne di colore, si sbaglia nel 35% di casi. Nel campo dell’intelligenza artificiale oggi le donne rappresentano solo il 22% del totale. E, anche su questo fronte l’Italia ha un primato positivo, con il 17% delle donne impegnate nel cloud computing, contro il 14% degli Usa e 8% della Germania.

Altra sfida epocale è il cambiamento climatico. L’impatto sulla nostra vita è molto forte, l’80% dei rifugiati ambientali sono donne, con una mortalità di 14 volte superiore a quella degli uomini. E ancora, le donne sono escluse dalle decisioni economiche tenuto conto che l’80% delle decisioni sugli acquisti è preso da loro. Ecco allora l’urgenza di metterle al cuore di questa transizione ecologica ed anche social. La terza priorità è la crescita. Nel mondo il 52% delle donne lavora, ma produce solo il 34% del Pil. Si calcola che da qui al 2025 si potrebbero creare 240 milioni di posti di lavoro nuovi se ci fossero più donne attive nei vari ambiti economici. Purtroppo siamo ancora lontani dal traguardo: le donne non hanno lo stesso accesso degli uomini al capitale. Le aziende al femminile sono 242 milioni, più del 35%, ma possono accedere a meno dell’1 per cento di appalti pubblici e privati. Una gravissima perdita in termini di crescita economica, oltre che una grave ingiustizia. Il G20 deve rappresentare, anche da questo punto di vista, un’occasione per dare alle donne le stesse possibilità, facendole concorrere ad «armi pari» negli appalti pubblici e privati. L’anno prossimo in Italia organizzeremo un’edizione speciale del Women’s Forum, sarà una call action rivolta ai leader del G20. Eserciteremo tutta la nostra pressione, con determinazione, affinché si adottino le misure necessarie per ripartire in modo nuovo. Dopo l’ultima guerra abbiamo avuto il piano Marshall per la ricostruzione, adesso vorremo che ci fosse un piano Ursula o Christine oppure Kamala.

* direttrice generale del Women’s Forum for the Economy & Society 

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA