Anche Biden scende in campo per difendere il Trattato di Istanbul contro la violenza femminile

Domenica 21 Marzo 2021
Anche Biden scende in campo per difendere il Trattato di Istanbul contro la violenza femminile

Non si fermano le proteste in Europa: in Francia, in Germania, in Belgio, in Gran Bretagna.

Non si contano nemmeno gli appelli, i documenti, le prese di posizione, i tweet dei politici, ultimo dei quali anche quello di Enrico Letta: «È grave la scelta di Erdogan di ritirare la Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Un altro passo che allontana la Turchia dal rispetto delle regole fondamentali». 

All'indomani della decisione shock della Turchia di lasciare la Convenzione di Istanbul, il presidente americano Joe Biden si dice «profondamente deluso» per lo strappo di Recep Tayyip Erdogan, che ha provocato un'ondata di malcontento. «Un passo indietro estremamente scoraggiante per il movimento internazionale contro le violenze sulle donne». La Casa Bianca giudica questa scelta «improvvisa e ingiustificata», mentre «nel mondo assistiamo a un aumento dei casi di violenza domestica, comprese le notizie sull'aumento del femminicidio in Turchia, la prima nazione a firmare la Convenzione».

La Turchia è stata la prima firmataria Convenzione e paese ospitante il debutto della principale carta internazionale contro la violenza sulle donne non adrisce più al tratato. La Convenzione entrata in vibore nel maggio 2011 e firmata da 45 paesi e ratificata da 35 è la prima ad introdurre legalmente strumenti vincolanti per combattere la violenza sulle donne, prevenire gli abusi domestici e perseguire i responsabili. L'articolo 3 definisce la violenza di genere una forma di discriminazione e individua una serie di abusi come specifica violenza contro le donne, violenza psicologica e fisica, stupro, molestie, stalking, matrimonio forzato, mutilazione genitale femminile, aborto forzato e sterilizzazione forzata e delitti di onore.  Gli ambienti religiosi turchi non hanno mai digerito gli articoli 37 e 42 sul matrimonio forzato e il delitto d'onore, entrambi molto diffusi nelle zone caucasiche. Solo quest'anno, secondo la piattaforma contro i femminicidi turca (Kadin Cinayetlerini Durduracagiz) sono già state uccise 71 donne per mano di uomini. 

Le critiche americane alla Turchia per la cancellazione del trattato contro le violenze sulle donne si sommano a quelle gia' piovute in settimana per la richiesta di mettere al bando il principale parto filo-curdo, l'Hdp, e 687 suoi dirigenti. La tensione tra Ankara e Washington torna cosi' a salire. Dall'insediamento di Biden, i due leader non hanno ancora avuto contatti diretti. E a pochi giorni dal Consiglio europeo, anche l'Ue manda un messaggio con l'Alto rappresentante Josep Borell: «Non possiamo non rammaricarci profondamente ed esprimere incomprensione per la decisione del governo turco».

Ma le condanne internazionali non fermano Erdogan, che nelle ultime ore ha anche rilanciato il fronte militare contro i curdi, proprio durante i festeggiamenti del Newroz, il loro Capodanno. Intensi scontri tra milizie locali filo-Ankara e la coalizione delle Forze democratiche siriane (Sdf) si registrano nella regione di Ain Issa, nel nord della Siria.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, Ankara avrebbe compiuto raid aerei nell'area per la prima volta dalla fine dell'operazione 'Fonte di pace', quasi un anno e mezzo fa, con cui aveva strappato ai curdi una fascia di territorio di frontiera lunga circa 120 km. La Difesa turca non ha pero' confermato i bombardamenti dei jet, ammettendo solo una rappresaglia d'artiglieria. In stato d'allerta c'e' anche l'economia di Ankara. I timori riguardano la riapertura dei mercati, dopo l'ennesimo ribaltone alla Banca centrale. Il nuovo governatore, Sahap Kavcioglu, fautore della lotta radicale ai tassi d'interesse tanto cara a Erdogan, ha riunito oggi d'urgenza i numeri uno degli istituti di credito per rassicurarli che la Turchia "continuera' a utilizzare tutti i suoi strumenti di politica monetaria con efficacia per raggiungere il suo obiettivo: una diminuzione duratura dell'inflazione", attualmente al 15,6%. Una promessa sottoposta ora alla prova di fiducia degli investitor

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