E' una ragazzina di sedici anni a guidare il movimento della liberazione dall'uso smodato dello smartphone.
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Se nell'Ottocento, nell'Inghilterra della prima rivoluzione industriale, si fece largo il Luddismo nato da una protesta operaia, caratterizzato dal sabotaggio dei macchinari come il telaio meccanico, considerati una minaccia dai lavoratori salariati, perché causa dei bassi stipendi e della disoccupazione, nell'era dell'intelligenza artificiale e della cultura digitale una ragazzina ha dato vita a un movimento che punta a rendere le persone non schiave della tecnologia.
Logan Lane ha raccontato al New York Times di aver iniziato a chiedersi se vivere una vita in costante connessione fosse effettivamente una buona cosa. Visto che la risposta era negativa decise di abbandonare del tutto il suo smartphone. All'inizio fu dura, un po' come iniziare un percorso di riabilitazione. DI pari passo ha gettato le basi per un "Club dei luddisti", un gruppo di adolescenti che rifiutano la tecnologia e la sua influenza strisciante sulle nostre vite. Da quel momento la sua idea ha viaggiato sul web facendo proseliti. In questi giorni il New York Times le ha consacrato ampi spazi.
Prendersi una pausa dal digitale fa bene al corpo e alla mente