Come spesso accade in Francia, tutto è cominciato con un libro. Un anno fa Vanessa Springora ha pubblicato Le consentement, il consenso: la storia della sua relazione con lo scrittore e intellettuale Gabriel Matzneff. Ma poteva davvero chiamarsi relazione? Lei aveva 14 anni, lui 37. «Come dire di essere stata violentata, quando non si può negare di essere stata consenziente?» chiedeva Springora. Lo ha chiesto ai lettori e anche alla Francia, che non riconosce un'età del consenso, quella soglia sotto alla quale non può valere nessun sì, perché è solo stupro.
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LA DOMANDA
È la stessa domanda gridata in questi giorni dai manifestanti riuniti in tante città per sostenere Julie.
«Il diritto non è la morale - dissero nel 2018 i saggi del Consiglio costituzionale pronunciandosi contro l'introduzione di un'età minima per il consenso sessuale - anche se si tratta di un bambino, anche se potrebbe sembrare evidente, bisogna che ci sia la prova della costrizione». In due anni le cose sono cambiate, la parola si è liberata sui social, le testimonianze si sono moltiplicate e anche le denunce, molti libri sono usciti, l'ultimo è un best seller, La Familia Grande, in cui Camille Kouchner, figlia dell'ex ministro Bernard, denuncia gli abusi sessuali inflitti dal patrigno Olivier Duhamel - famoso costituzionalista e politologo - al fratello gemello quando aveva 13 o 14 anni.
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Ieri mattina la storia di Julie è arrivata in Cassazione, dopo l'ultima sentenza che nel luglio 2019 ha riconosciuto colpevoli solo per «aggressione sessuale» tre dei 22 ex pompieri (nessuno ha mantenuto il posto) che lei aveva denunciato. Il giudice l'aveva considerata grande abbastanza per avere relazioni sessuali, ma troppo «fragile» per dire la verità. In effetti, per un paio di volte, Julie ha «inventato» delle aggressioni subite negli anni, si è inviata dei messaggi di minaccia da sola, ha anche tentato di suicidarsi più volte, vive con l'aiuto di antidepressivi. Ieri davanti ai giudici di Cassazione l'avvocato generale ha chiesto che si riesamini proprio la nozione di vulnerabilità di Julie. Non per certificare la veridicità della sua testimonianza (i pompieri d'altra parte non hanno mai negato le relazioni sessuali) ma per capire se davvero si potesse definire consenziente una ragazzina di 14 anni con gravi disturbi e sotto costante terapia farmacologica.
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IL MINISTRO
Sull'età non si potrà tornare indietro, ma in un futuro prossimo («tre mesi» ha promesso proprio ieri il ministro della Giustizia) arriverà una nuova legge. «Un atto di penetrazione sessuale commesso da un adulto su un minore di meno di 15 anni sarà stupro», ha detto Dupont Moretti (anche se si farà eccezione in caso di scarsa differenza di età tra i due protagonisti). Un progetto era stato approvato al Senato la scorsa settimana che prevedeva una soglia del consenso a 13 anni: un'età considerata «ridicola», «un insulto» che ha provocato molte proteste.
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