Nonna Peppina commendatore della Repubblica: premiata da Mattarella

Martedì 2 Febbraio 2021 di Rosalba Emiliozzi
Nonna Peppina commendatore della Repubblica: premiata da Mattarella

Commendatore della Repubblica. Un'onorificenza speciale che il presidente Sergio Mattarella ha voluto riservare a nonna Peppina, 98 anni, la donna simbolo del terremoto del 2016, la nonna d'Italia. «Mio Dio, mi viene da piangere, grazie grazie» dice nonna Peppina con la voce commossa al telefono di casa, nella sua abitazione di legno. «Se andrò a Roma? Non lo so, sarà difficile, Roma è lontana». Accanto c'è la figlia più grande, Agata di Civitanova Marche, preside in pensione. «Mamma, dai andiamo insieme, è un bellissimo riconoscimento - dice Agata che ha approfittato della zona gialla per andare a trovare la madre a Fiastra - siamo felici». Non trattiene le lacrime l'altra figlia Gabriella, che vive e lavora come farmacista a Castelfidardo. In questi giorni la casa sui monti di nonna Peppina è in fase di ricostruzione: da qualche mese è stato avviato il cantiere e lei non vede l'ora di rientrare. «Anche oggi sono venuti a lavorare gli operai, ma ci vorrà tempo - dice nonna Peppina che osserva i lavori dalla finestra della casetta di legno - qui c'è il sole, è una bella giornata.

Sono tanto emozionata».

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Scampata alla distruzione della sua casa, nel piccolo abitato di Moreggini di Fiastra, nelle Marche, Giuseppa Fattori, per tutti nonna Peppina, ha voluto con tutte le forze restare dove è nata e vissuta, in un borgo di 12 case, tutte distrutte, e lei con tenacia e caparbietà ha lottato per rimanere a vivere sull'Appennino dopo essersi ammalata nel freddo container di latta e essere stata “sfrattata”, per cavilli burocratici nel permesso a costruire, dalla casetta di legno, costruita dalla figlia Gabriella Turchetti e dal genero Maurizio Borghetti proprio per darle una vita dignitosa.

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Alla fine le ragioni di nonna Peppina sono state sancite da un decreto, il “Salva Peppina", appunto, che le ha consentito di continuare a vivere nei luoghi del sisma. Lei, come tanti altri terremotati nella sua stessa condizione, ora può abitare in casette provvisorie costruite vicino alle abitazioni terremotate, al solo scopo di poter continuare a vivere sui monti, nei piccoli borghi di residenza, fino alla ricostruzione delle propria abitazione. E nel titolo di commendatore, del quale d'ora in poi nonna Peppina potrà fregiarsi, c'è tutta questa resistenza, l'affermazione che continuare a respirare l'aria di casa, anche quando la casa non c'è più, è un diritto.

La storia di Nonna Peppina, la sua resilienza, è stata studiata anche in ambito universitario da docenti americani e giapponesi. Sulle calamità e la voglia di non andarsene (nonna Peppina non ha voluto mai andare in albergo e attendere lì la ricostruzione della propria casa)  è stato pubblicato uno studio sull’Uc Hastings Women’s Law Journal, rivista dell’Università della California, Husting College, dedicato al racconto di storie che testimoniano resilienza al femminile. 

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La vicenda di Nonna Peppina è stata illustrata dalla professoressa Lucia Ruggeri, a capo della scuola di specializzazione in diritto civile dell’Università di Camerino. Lo studio è il risultato della collaborazione tra l’ateneo di Camerino, la State University della Louisiana e l’Università Toyo di Tokyo. Nel 2019 una delegazione di docenti giapponesi andò a Fiastra per incontrare nonna Peppina. Un mese fa la pubblicazione dello studio. Oggi l'onorificenza. 

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 13:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA