«Le start-up femminili cresciute dell'8% da gennaio a marzo»: i dati di Unioncamere al webinar Ups e W20

Giovedì 8 Luglio 2021 di Valentina Venturi
Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia

Le giovani imprenditrici “guidano” la ripresa. Segnali di vitalità arrivano dalle start-up dopo il rallentamento dell'imprenditoria femminile provocato dalla pandemia: le nuove imprese fondate da under 35 sono aumentate dell’8,1% nel primo trimestre 2021, secondo i dati forniti da Unioncamere nel corso della tavola rotonda digitale  “Pandemia, imprese femminili e gender gap. L’export come leva di empowerment”, promosso da Ups con il supporto di W20 (uno degli Engagement Group ufficiali del G20) a cui ha preso parte anche la ministra delle Pari opportunità e della famiglia Elena Bonetti

Il Vice Segretario Generale di Unioncamere Tiziana Pompei ha presentato i dati dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile. «Nel primo trimestre 2021 è tornato a salire lievemente l’indicatore della vitalità imprenditoriale: 26.299 le imprese femminili nate tra gennaio e marzo scorso, (contro le 26.044 dello stesso periodo di un anno fa) che è comunque il dato più basso dal 2015», ha spiegato. «E, anche se ancora ben al di sotto delle performance del passato, c’è una crescita dell’1% rispetto a gennaio-marzo 2020 a fronte della maschile pari al 9,5%, un primo segnale positivo.

Per fortuna sono le giovani con meno di 35 anni a far sperare: se le colleghe più adulte sono ancora timorose le nuove imprese fondate da under 35 sono aumentate dell’8,1%. Emerge un modello di imprenditrice frenata nella voglia di mettersi in proprio dalla pandemia con una maggior necessità di supporto economico e finanziario e meno fiduciosa degli uomini su un rapido rientro alla produttività pre Covid. L’apertura ai mercati esteri è inoltre una variabile chiave della competitività ma la quota di imprese femminili che operano all’interno delle Global Value Chain è inferiore a quella maschile, registrando un 9% vs il 13%».

La ministra Elena Bonetti ha analizzato l’impatto dell’emergenza Covid 19 sull’economia italiana dal punto di vista dell’imprenditoria femminile e l’apporto positivo dell’export nel garantire continuità e crescita, in particolare per le società a guida e maggioranza femminile. «L’esperienza della pandemia – ha sottolineato la ministra - ha messo in evidenza sia gli elementi di resistenza sia quelli di potenzialità dell’imprenditoria femminile. La promozione della parità di genere è una leva strategica per raggiungere una maggiore efficienza della qualità produttiva socioeconomica del Paese, l’export è certamente uno degli assi chiave nella valorizzazione e nel riconoscimento del talento femminile che è nel nostro Paese». La ministra ha anche sottolineato i ritardi nella digitalizzazione delle imprese femminili e le difficoltà di accesso al credito. 

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Britta Weber la Managing Director di UPS Italia ha inaugurato l'incontro virtuale. Annamaria Tartaglia coordinatrice W20 Women Entrepreneurship and Finance, W20 partner promotore dell’evento con UPS, ha fatto il punto sulle problematiche emerse dai gruppi da lei presieduti in vista del summit che si terrà a Roma dal 13 al 15 luglio. «La scelta di lanciarsi nell'imprenditoria - ha detto - non deve essere un piano B per le giovani, ma un piano A. E per arrivare a questo, bisogna investire nell'educazione e nella formazione sin dalla scuola». 

Sono intervenute anche Rossana Ciraolo dirigente dell'Ufficio Affari Giuridico Legali e Assistenza Organi Istituzionali e dell'Ufficio Gestione Giuridica e Sviluppo Risorse Umane ICE  - Istituto Commercio Estero, e due giovani imprenditrici, Annamatilde Baiano Founder CiboCrudo Srl, che è riuscita a conciliare il suo impegno in famiglia ( ha 4 figli) con la sua attività. E Ada Di Fiore la CEO giovane Ceo Mobili Rebecca, «per noi giovani donne imprenditrici - ha ricordato - il percorso è ancora in salita». 

Tommaso Murè, esperto dell’Ufficio Sherpa G7/G20 Presidenza del Consiglio dei Ministri, sta seguendo i lavori di preparazione della Conferenza interministeriale dedicata al tema dell'empowerment femminile, in programma il prossimo 26 agosto. «É la prima volta - ha ricordato - che in ambito G20 viene pianificato un evento sull'empowerment femminile. Quello che sollecitiamo è un approccio olistico alla questione». Nell’ambito del Pnrr, è stato ricordato, sono state individuate alcune azioni specifiche, tra cui la formazione soprattutto nei settori scientifico, digitale e finanziario, in modo da consentire alle donne di avere pieno accesso ai 24 miliardi messi a disposizione dal Piano di ripresa e resilienza. E tutte le partecipanti hanno riconosciuto, a cominciare dalla ministra, l'importanza dell'export come «assist strategico» per la ripresa e la crescita. 

Così come la digitalizzazione è  un passaggio chiave anche per l’internazionalizzazione, sebbene le donne si sentono impreparate a questo mondo e vorrebbero accrescere le proprie competenze. Quello che sta cambiando, secondo le imprenditrici, è il modello di business: due terzi delle imprenditrici lo ha adattato alle nuove esigenze, o trasferendo online i propri affari o riorganizzando i canali di vendita (19%), oppure puntando su nuovi prodotti e servizi (20%).

In conclusione Cristina Falcone, Vice President Public Affairs UPS Europe, ha dichiarato: «Per avere una vera gender-equality, dobbiamo agire per ridurre la debolezza economica delle donne in tutti i Paesi, più o meno sviluppati. Ad esempio, ridurre il gap salariale, creare percorsi di leadership, e per le imprenditrici che vogliono crescere all’estero dobbiamo garantire un level playing field». 

Ultimo aggiornamento: 15:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA