Femminicidi, orfani invisibili e senza aiuti. «I soldi ci sono ma non vengono spesi»

Lunedì 28 Marzo 2022 di Maria Lombardi
Femminicidi, orfani invisibili e senza aiuti. «I soldi ci sono ma non vengono spesi»

Lui era a scuola mentre il padre soffocava con il cuscino la madre. E per tanto tempo si è sentito in colpa perché non era lì, in casa, a proteggerla. A 12 anni si è ritrovato senza madre, con il padre in galera, e un tormento: se non fossi andato a scuola, quella mattina.
Sola anche Martina, il papà dopo aver ucciso la mamma si è suicidato. Con la zia non può stare, troppi conflitti in famiglia, a 14 anni la prende in affidamento l'avvocatessa che le faceva da tutore. «Orfani lo possono diventare tutti, ma non così. Hanno ricevuto una punizione troppo brutta dalla vita», lei è una nonna che sta facendo da mamma ai nipoti: avevano 4 anni uno e 19 mesi l'altro quando il padre sparò alla madre.
I NUMERI
Non si può immaginare «quanto dolore e sensi di colpa vivono quelli che restano e i bambini orfani invisibili», scrive Vera, la mamma di Giordana Di Stefano, uccisa con 48 coltellate dall'ex, aveva 20 anni e una bimba. Ora è lei, la nonna, a fare da famiglia alla piccola.
Bambini invisibili, appunto, nemmeno si sa con esattezza quanti siano i figli delle vittime di femminicidi, non esiste una banca dati ufficiale. Duemila, all'incirca: li chiamano gli orfani speciali, ma quello che non si conta in qualche modo è come se contasse di meno.
«Questi bambini e queste bambine devono avere ai nostri occhi un nome, un volto e una storia», sostiene la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, intervenendo al convegno Gli invisibili, organizzato a Palazzo Giustiniani dalla senatrice Valeria Valente, presidente della commissione parlamentare sul femminicidio e dalla psicoterapeuta Maddalena Cialdella, presidente del''associazione Aires. «A questi orfani dobbiamo non solo vicinanza e prossimità ma anche le risposte e le prospettive di cui sono stati privati da un atto di violenza. La responsabilità che come comunità oggi ci assumiamo con forza è rimetterli al centro come vittime di violenza agita e non semplicemente assistita, come portatori di un diritto che ripara e costruisce». Vittime di violenza oltreché testimoni.
LA LEGGE
Da tre anni in Italia - unico paese in Europa - c'è una legge che tutela gli orfani speciali. Prevede il patrocinio gratuito, l'assistenza medico-psicologica, la sospensione per l'omicida della pensione di reversibilità e del diritto all'eredità, la possibilità per l'orfano di modificare il cognome e anche tutele economiche. Solo nel 2020 è arrivato il decreto attuativo che ha portato a 12 milioni l'anno le risorse stanziate per aiutare bambini e ragazzi rimasti soli.
Una somma quasi «non utilizzata», sottolineano la senatrice Valente e Carla Garlatti, Autorità garante per l'Infanzia e l'adolescenza, parlando al convegno su Gli invisibili. «Secondo i dati del Viminale - spiega Garlatti - tra il primo agosto del 2020 e il 31 luglio 2021 sui 12 milioni disponibili ne sono stati erogati 261mila a beneficio di 32 orfani. Non basta prevedere un beneficio, deve anche essere esigibile e facilmente ottenibile, senza meccanismi burocratici o tempistiche che ne ostacolino l'erogazione».
LE VALUTAZIONI
«Ma di quanti atti di violenza sono stati testimoni questi bambini e ragazzi prima di diventare orfani?», si chiede Simonetta Matone, ex magistrato e consigliere comunale di Roma. E che ne sarà di loro? «I giudici si trovano di fronte a valutazioni molto difficili. Spesso gli orfani sono al centro di lotte tra parenti. Bisogna chiedersi anche se l'ambito familiare della vittima sia il più adatto ad accoglierli dal momento che non è stato in grado di proteggere e difendere la donna».
È vero, tante cose sono state fatti in questi anni, a cominciare dalle misure legislative per tutelare le donne. «Eppure - ammette Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane su Rai Uno - racconto le stesse storie di violenza che raccontavo 20 anni fa».
 

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