Il progetto lo aveva avviato Obama ma poi era rimasto del cassetto.
Harriet nacque in condizione di schiavitù nel Maryland nel 1822, dove subì feroci punizioni corporali, violenze e un trauma cranico che per tutta la vita le procurò dolori ma anche visioni che lei interpretò come come premonizioni celesti, influenzata anche dalla sua educazione metodista. Nel 1849 a 27 anni riuscì a fuggire a Philaderphia dove iniziò ad organizzare delle missioni per salvare dagli stati sudisti schiavi neri. In questo modo entrò a far parte di una organizzazione dedicata che si preoccupava di accompagnare gli schiavi scappati verso il nord attraverso itinerari segreti e luoghi sicuri.
La situazione dei neri si aggravò ulteriormente quando, nel 1850, fu approvato il Fugitive Slave Act, che imponeva agli abitanti degli stati del nord, che non erano schiavisti, di catturare e riportare ai proprietari gli schiavi fuggiti che passavano dalle loro parti. Fu in quel periodo che la Tubman incontrò John Brown, uno dei grandi leader del movimento abolizionista. La Tubman si dedicò alla lotta per i diritti delle donne e il suffragio universale per il resto della sua vita, nonostante i suoi gravi problemi di salute continuassero a peggiorare con l’età. Morì a 92 anni.