Agitu Gudeta, stuprata e uccisa dall'uomo a cui aveva dato casa e lavoro

Giovedì 31 Dicembre 2020 di Michela Allegri
Agitu Gudeta, stuprata e uccisa dal ghanese a cui aveva dato casa e lavoro

ROMA Gli aveva dato un lavoro e una casa dove abitare. E lui, per vendicarsi di uno stipendio non pagato, l'ha uccisa a martellate. E poco prima di finirla, mentre era riversa in terra quasi priva di sensi, l'avrebbe anche violentata. Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice etiope simbolo della lotta ai pregiudizi, che avrebbe compiuto 43 anni tra pochi giorni, si fidava del suo assassino.

Gli aveva offerto un impiego due volte: dopo una prima esperienza la scorsa estate, lo aveva richiamato da metà ottobre nella sua azienda agricola di Frassilongo, paese della Valle dei Mocheni, in Trentino.

Ed è proprio nel suo piccolo angolo di paradiso che Agitu è stata massacrata.

 

Nella camera da letto della sua casa, all'interno della tenuta che comprende anche un allevamento di capre. Adams Suleiman, 32 anni, ghanese, ha confessato l'omicidio e ha dato una giustificazione misera: una mensilità di stipendio non pagata. Ha raccontato di avere ucciso la donna al pm Giovanni Benelli. E lo aveva detto poco prima anche ai carabinieri che lo hanno fermato vicino a casa di Agitu. Lui abitava al piano terra e aveva le chiavi. Era nascosto in una stalla. Quando lo hanno arrestato si era appena cambiato la giacca sporca di sangue. Agli inquirenti e al suo legale, l'avvocato Fulvio Carlin, ha detto di essere pentito per il folle gesto e di provare grande dolore. Durante l'interrogatorio di convalida, nel carcere a Spini di Gardolo, avrebbe anche detto di voler morire.


Le battaglie 


Agitu era diventata negli anni un simbolo di resilienza e determinazione. Quando aveva 18 anni era venuta in Italia per studiare sociologia all'università di Trento. Poi era tornata nel suo Paese, ad Addis Abeba. Ma nel 2010 era dovuta fuggire, perché aveva ricevuto minacce da parte del governo guidato dal Fronte di liberazione del Tigrè (Tplf), al potere dal 1991. Sulle sue spalle pendeva un mandato di cattura per essersi opposta alla sottrazione delle terre agli agricoltori da parte delle multinazionali. In Trentino, nella valle dei Mocheni, gestiva da anni un allevamento di capre e un caseificio: undici ettari di pascoli. Aveva anche aperto un negozio a Trento e pensava di realizzare un agriturismo per la prossima primavera.


L'omicidio


La donna è stata uccisa martedì mattina, ma il corpo è stato ritrovato alle 17,30 dai vicini di casa. Ad avvisarli, un amico della vittima, preoccupato perché non si era presentata a un appuntamento e non rispondeva al telefono. Il corpo di Agi - era il soprannome datole dagli amici - era riverso sul pavimento. Suleiman è stato fermato poco dopo. In fase di convalida ha raccontato agli inquirenti di avere discusso con Agitu in modo violento, di avere preso un martello in una stanza vicina alla camera da letto e di avere colpito la donna in testa quattro o cinque volte, con ferocia.

Per quanto riguarda la violenza sessuale che sarebbe avvenuta dopo l'aggressione, le certezze arriveranno con i risultati dell'autopsia. Per il momento, quindi, la Procura procede solo per omicidio volontario. Il 2 gennaio, invece, ci sarà l'interrogatorio di garanzia di Suleiman, di fronte al gip. In un primo momento i carabinieri avevano anche ascoltato un uomo, residente nella Valle dei Mocheni, che era stato denunciato da Agitu nel 2018 e poi condannato per lesioni, ma è stato giudicato estraneo ai fatti.


Le reazioni


La morte di Agitu Ideo Gudeta ha suscitato grande commozione. Tante le manifestazioni di cordoglio sia da parte delle istituzioni - il presidente della Provincia Fugatti, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il procuratore Sandro Raimondi - che della politica. Ma a ricordare Agi sono stati anche gli amici e i conoscenti, e le persone che negli anni sono state ispirate dalla sua storia di coraggio. «Dormiva 4 ore per notte: si svegliava all'alba per mungere, poi c'erano i mercati, i due negozi che aveva aperto. Tante, troppe cose. Eppure aveva sempre un pensiero per tutti, ti stava vicino», racconta un amico. Agitu aveva costruito dal nulla un'impresa che aveva ricevuto premi e riconoscimenti, come quello per la Resistenza casearia di Slow Food e il Miglior prodotto per il Trentino. Nel 2015 aveva rappresentato la regione all'Expo di Milano. Circa 300 persone l'hanno ricordata con una fiaccolata a Trento.

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 15:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA