Van Gogh, la verità sul suicidio nell'ultimo quadro. «Ecco come morì»

Martedì 28 Luglio 2020
Van Gogh, svelato il segreto dell'ultimo quadro. «Ecco come si suicidò»
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Svelato il segreto dell'ultimo quadro di Van Gogh. A 130 anni dalla sua morte, il grande pittore olandese riserva ancora sorprese. A Auvers-sur-Oise, scrive oggi Le Parisien, uno dei massimi specialisti mondiali di Van Gogh, Wouter Van der Veen, ha individuato il luogo esatto che ispirò l'ultima sua opera pittorica, 'Racines d'arbres'. Una scoperta, precisa il giornale, che illumina anche sulle ultime ore di vita dell'artista dal tragico destino, scomparso il 29 luglio 1890. E che verrà svelata nella stessa Auvers, per l'anniversario della morte, dall'Institut Van Gogh, in presenza della direttrice del museo Van Gogh di Amsterdam e un lontano nipote del pittore.

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Come spesso accade la scoperta è dovuta ad una fortunato concorso di circostanze. Durante il lockdown, Van Der Veen - direttore dell'Institut Van Gogh - è rimasto bloccato in casa. «Ho cominciato a mettere un po' d'ordine. Qualche mese prima avevo scannerizzato vecchie cartoline postali degli anni 1900-1910 di una vecchia signora di Auvers. Sullo schermo ce n'era una con un ciclista fermo sul lato di un sentiero, oggi la rue Daubigny. Il mio sguardo è rimasto colpito da un albero con le sue radici. Avevo l'impressione di aver già visto quell'immagine». Per due giorni, l'esperto ha ingrandito quello scatto in tutti i modi, paragonandolo al quadro di Van Gogh, poi è andato a vedere sul posto. «Io stesso ero un po' incredulo (...) Ma piu andavo avanti, più mi sembrava che tutto concordasse». E infatti quelle radici dipinte da Van Gogh erano ancora lì, in quel luogo magico di Auvers. Oggi protette da una griglia, verranno presto svelate al pubblico ed inserite negli intinerari turistici della cittaidna.

Ma per Van de Veen la scoperta rappresenta anche una nuova straordinaria testimonianza sulla vita del pittore. «Quel quadro - racconta - è stato dipinto il giorno stesso della morte di Van Gogh.

Aveva l'abitudine di lavorare nei pressi dell'auberge Ravoux, dove aveva una stanza. Possiamo pensare che abbia cominciato a lavorare senza motivo, con calma, con applicazione, la mattina e che poi abbia continuato più tardi, la luce che illumina le radici è quella di un fine pomeriggio». Van Gogh sarebbe quindi ripassato per la sua pensioncina per depositare il quadro e riuscire una seconda volta. Di qui l'intuizione dell'esperto. «Il suo suicidio, proprio in quel lasso di tempo, tra le 19 e le 21, dimostra a mio avviso lo stato di lucidità in cui si trovava al momento di mettere fine ai suoi giorni. Una situazione molto distanze dall'immagine di un uomo ubriaco, in preda ad una crisi di follia».

Ultimo aggiornamento: 21:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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