Il lungo silenzio sta per finire. Dopo un'infinita serie di stop and go, di ripensamenti, di marce indietro, gli U2 avrebbero deciso di spezzare la loro preoccupante latitanza musicale. Il disco (pare) c'è, avrebbe perfino un titolo, Sirens, quanto alla data di uscita oscilla fra settembre e novembre.
A dare sostanza ai sospetti c'è anche un tweet, poi cancellato sostenendo che si trattava di un errore, lanciato dalla casa discografica della band irlandese, la Universal, che annunciava l'evento proprio per il mese prossimo.
I CONCERTI
Anche sul fronte dei concerti le indiscrezioni sono di varia natura, ma in fondo finiscono per concordare. Si parla di una presenza a sorpresa degli U2 all'iTunes Festival alla London Roundhouse a settembre (dove sono già annunciati Pharrell Williams, i Maroon 5, Beck, David Guetta, Robert Plant) e poi di una doppia data alla Rogers Arena di Vancouver nel maggio 2015, come prima tappa di una nuova tournée mondiale che, a quel punto, partirebbe dalla sponda americana per affrontare l'Europa solo nel 2016. E, infatti, le voci, ma si tratta di qualcosa di più, visto che a parlare è stato Denis Desmond, promoter irlandese del gruppo, dicono che gli U2 nel 2016 suoneranno a Dublino nella storica location del Croke park, luogo storico per Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen per le dieci storiche esibizioni che gli U2 vi hanno fatto dagli esordi del 1985 fino ai giorni nostri.
L’ALBUM
Più nebulose sono, invece, le indiscrezioni sul contenuto dell'album. Mesi fa era filtrata qualche indiscrezione di Bono e Adam che avevano ventilato l'idea di un ritorno alle radici punk degli U2 con la presenza come produttore di Danger Mouse, musicista e produttore già collaboratore di Gnarl Barkley e Black Keys. In particolare Adam, parlando di 12 canzoni, aveva spiegato: «Sarà un ritorno ai vecchi U2, ma con la maturità degli ultimi 10 anni». Qeul disco doveva uscire a marzo, poi c'è stato un ulteriore slittamento, segno che qualcosa non andava. La stessa cosa era accaduta tre anni fa, quando si era anche parlato di un album intitolato Songs of ascent, che doveva essere una sorta di seguito di No line on the horizons con alcune tracce frutto di quella session. Ma evidentemente quel materiale (anche se i componenti del gruppo avevano parlato di un'abbondanza di pezzi) non ha convinto a sufficienza e il progetto è finito in un cassetto, a conferma di chi ha ventilato una sorta di blocco creativo di Bono. Qualche tempo fa il frontman della formazione aveva replicato spazientito alla curiosità dei giornalisti con un secco «il disco sarà pronto quando sarà pronto». E Larry Mullen aveva spiegato: «Siamo lenti perché abbiamo bisogno di sfide per essere creativi. Abbiamo una storia di collaboratori usciti dal lavoro con noi dicendo: non so cosa sia successo ma è come se fosse passata una vita». Alla fine la crisi si è ricomposta e la band è riuscita a registrare negli Electric Lady Studios di New York il materiale sufficiente per pubblicare il tredicesimo album della loro carriera in grado di soddisfarli e, soprattutto, di tenere fede (almeno, così penseranno) alla fama della rock band più amata del mondo.
