Treviso sta attraversando un'epoca d'oro per le iniziative
museali: nell'ottobre del 2015 ha celebrato la
rinascita del Museo Bailo, che tutela una della
più rilevanti raccolte di Arturo Martini;
un paio di mesi fa, presentando la mostra delle Storie
dell'impressionismo, ha annunciato l'attesa messa
a punto del Museo di Santa Caterina, relativa al
rispetto delle norme internazionali. E ora comunica la data di
apertura del Museo Nazionale Collezione Salce,
destinato alla conservazione dei manifesti
pubblicitari raccolti da Nando Salce e
diretto da Marta Mazza, che avverrà l'8 aprile
2017.
La collezione sarà collocata in due siti, recuperati, grazie a un investimento statale di circa 6 milioni, a cura del Ministero dei beni culturali. Uno è la chiesa sconsacrata di Santa Margherita, costruita nel XIII secolo, con gli interni finemente affrescati (distrutti nel corso delle devastazioni di Napoleone, ad eccezione del ciclo delle Storie di Sant'Orsola, scoperte negli anni 1882-83 in una cappella dall'abate Bailo, distaccate, intelaiate e ora custodite nella chiesa di Santa Caterina che dà il nome al museo succitato), e corredata dagli indispensabili laboratori per il restauro e la fotografia. L'altro è la chiesa di San Gaetano, anch'essa del '200, allora dedicata ai Cavalieri Templari, con il nome di San Giovanni al Tempio e completamente rifatta nel '500, ancora consacrata ma da anni fuori uso, con il limitrofo palazzo, dove, con cadenza quadrimestrale, saranno allestite le mostre che presenteranno ciclicamente le singole sezioni della collezione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La collezione sarà collocata in due siti, recuperati, grazie a un investimento statale di circa 6 milioni, a cura del Ministero dei beni culturali. Uno è la chiesa sconsacrata di Santa Margherita, costruita nel XIII secolo, con gli interni finemente affrescati (distrutti nel corso delle devastazioni di Napoleone, ad eccezione del ciclo delle Storie di Sant'Orsola, scoperte negli anni 1882-83 in una cappella dall'abate Bailo, distaccate, intelaiate e ora custodite nella chiesa di Santa Caterina che dà il nome al museo succitato), e corredata dagli indispensabili laboratori per il restauro e la fotografia. L'altro è la chiesa di San Gaetano, anch'essa del '200, allora dedicata ai Cavalieri Templari, con il nome di San Giovanni al Tempio e completamente rifatta nel '500, ancora consacrata ma da anni fuori uso, con il limitrofo palazzo, dove, con cadenza quadrimestrale, saranno allestite le mostre che presenteranno ciclicamente le singole sezioni della collezione.