La trevigiana Renée De Biasi campionessa mondiale di Country Dance

Mercoledì 19 Febbraio 2020 di Vesna Maria Brocca
La campionessa Renata De Biasi di Miane ha vinto il titolo mondiale di Country Western Dance
MIANE «Centinaia di ore di intenso lavoro su me stessa, più di 8200 chilometri percorsi per gli allenamenti, fatiche, delusioni, ma è arrivata la più grande soddisfazione che mai avrei sognato di avere». È lei, Renata De Biasi di Miane, per gli amici Renée, la campionessa mondiale in carica, nella categoria Newcomer, di Country western dance. «Ci tengo a dire che la realtà, nel mio caso, ha superato di gran lunga i sogni - prosegue Renée - e da questa esperienza ho imparato che non bisogna mai smettere di sognare, a qualunque età, perché io ce l’ho fatta, iniziando a ballare a 40 anni».
LA STORIA
 C’era una volta una bambina piccola ed esile di nome Renata, che amava ballare ancora prima di camminare: il suo idolo era la Carrà, i suoi genitori la portavano alle sagre paesane per ballare il liscio. Alle elementari incontra la mitica “maestra Gigina”, una vera e propria istituzione a Miane, che inizia a chiamarla Renée e da allora il nome Renata figura solo nei documenti. «Per puro caso, anni fa, assistetti ad una serata country in una sagra locale e alla fine del 2011 decisi di iscrivermi con mio marito ad un corso country che si svolgeva a Pieve di Soligo». E da allora il ballo country è diventato un “must”. Arrivano le prime gare nazionali di Country line dance (ballo in linea). Qui il ballo è ancora molto simile a quello che si vede nelle sagre o nei locali, anche l’abbigliamento è consono al country, quindi stivali, cappello, cintura. Cercando sempre nuovi stimoli, a Renée viene l’idea di provare il ballo di coppia: nel country esistono anche le coppie, oltre a quello di gruppo dove si balla individualmente, ma le mancava il ballerino. Fatalità, nel febbraio del 2018, incontra il pluricampione Alessandro Ballardin di Zanè (Vi). Il maestro le propone di passare nel circuito internazionale.
IL SALTO
«Era diventata una sfida contro me stessa, contro la mia timidezza. Mi sono iscritta alla “WorldCdf”, una federazione che dà la possibilità di partecipare alle varie tappe europee valevoli per il campionato mondiale di fine anno. All’interno si possono eseguire gare di line dance, quindi da soli, oppure in coppia col proprio partner, o in coppia col proprio maestro, quello che in effetti è stato proposto a me». Si chiamano gare di “Pro-Am” dove “Pro” sta per il professionista ed “Am” sta per allievo (tipo “Ballando con le stelle”). «La preparazione è stata impegnativa, qua si inizia a fare sul serio, tecnica pura, addio ai vestiti country, subentrano quelli da gara, come in tutte le gare di ballo, ho dovuto pian piano imparare tutti gli otto gli stili di ballo: Triple Two, Night Club, Polka, Chacha, Walzer, Twostep (il più comune nei Saloon), Est coast swing e West coast swing (unico a non essere country, infatti è l’unico ballo in cui gli uomini possono fare a meno del cappello da cowboy). «Vado ad allenarmi a Sarcedo (Vi), un’ora e mezza andare e un’ora e mezza per tornare, dopo tre ore di lezione. Inizialmente una volta alla settimana, poi due, perché volevo assolutamente riuscire ad imparare tutti i balli. Mi ritengo fortunata perché lavorando nell’azienda edile di famiglia sono agevolata negli orari, mi posso organizzare col lavoro, con la casa e con gli allenamenti. Purtroppo, posti vicini, con sala adeguata al ballo ed economica come quella, non ne conosciamo».
SACRIFICI
Se uno volesse avvicinarsi a questa disciplina sportiva, deve sapere che non si scherza: «Tanta passione, sacrifici e costanza. Non si esce a cena, non si va al cinema, non si fa shopping. Tutto per risparmiare per potersi permettere la partecipazione alle gare. Addirittura a noi è capitato di allenarci nei parcheggi dei centri commerciali prima di andare alle serate, ma tutto ciò la gente nemmeno se lo immagina. E questo sei disposto a farlo solo se hai una grande passione che ti scorre nelle vene. Alla fine, questi sacrifici mi hanno permesso di fare un buon lavoro su me stessa e sulla tecnica, portandomi al mondiale in Germania, a Kalkar, che si è svolto lo scorso dicembre con tutti gli otto stili arrivando sul gradino più alto del podio, ma l’emozione più grande l’ho vissuta partecipando alla parata, dove ogni nazione sfila con la propria bandiera e col proprio inno. Essere sul podio e venire premiata cantando il mio inno, con la mano sul cuore, è stato commovente, indimenticabile». 
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