Nel 2020 500 mila recuperi di beni culturali: ​«Con lavoro congiunto Paesi crescono recuperi, calano furti»

Sabato 31 Luglio 2021
Nel 2020 500 mila recuperi di beni culturali: «Con lavoro congiunto Paesi crescono recuperi, calano furti»

Nel 2020 sono stati 500 mila i recuperi dei beni culturali, a evidenziarlo è Roberto Riccardi, generale del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale a uno dei focus del G20 Cultura a cui partecipano anche il segretario generale dell'Interpol Jurgen Stock, il segretario generale dell'Organizzazione mondiale delle Dogane (Wco) Kunio Mikuriya e il direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc) Ghada Waly. «Decrescono in Italia del 27% i traffici di beni culturali nel 2019, nel 2020 del 17%.

Scendono i furti di anno in anno e continuano a salire i recuperi. I Carabinieri tutela patrimonio culturale esistono dal 1969 e in tutto da allora abbiamo recuperato circa 3 milioni di beni culturali e abbiamo sequestrato un milione e trecentomila falsi. Solo l'anno scorso, a dispetto del Covid, abbiamo recuperato oltre mezzo milione di beni culturali, dei tre milioni recuperati in 52 anni di storia». 

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«Qui c'è la Fornarina, ci troviamo - dice ancora Riccardi - a casa di Raffaello che cinque secoli fa era prefetto alle antichità di Roma e difendeva a spada tratta i nostri beni culturali, tanto che scriveva a Papa Leone X lamentando la scarsa attenzione delle autorità politiche del suo tempo verso la tutela del patrimonio culturale. Possiamo essere da meno?» ha detto ancora Riccardi.

«Il contrasto al traffico illecito delle opere d'arte richiede una cooperazione internazionale molto sviluppata. In Italia stiamo per adottare, con il disegno di legge Orlando-Franceschini, il reato di attività organizzata criminale transnazionale per la sottrazione illecita delle opere d'arte, introducendo così la possibilità di un contrasto ancora più efficace a questo traffico spesso legato anche al riciclaggio del denaro sporco» aggiunge. «Il traffico illegale di opere d'arte - spiega Jurgen Stock dell'Interpol - è un crimine transfrontaliero che riguarda i paesi di origine, di transito e di destinazione, una delle sfide che ci troviamo ad affrontare riguarda la visibilità pubblica per questo tipo di reati. Interpol già nel '46 lanciò la prima allerta e da allora abbiamo sempre svolto un ruolo importante. Il nostro database delle opere rubate riceve oltre 150 mila richieste l'anno. Con l'aiuto del governo italiano - continua - abbiamo finanziato importanti innovazioni tecnologiche. Tre mesi fa abbiamo lancia l'app gratuita ID-Art e siamo stati in grado di recuperare 8 opere d'arte in 4 paesi diversi, possono usarla sia le forze dell'ordine che le persone normali. Tutti i Paesi sono colpiti dal traffico di opere d'arte, per questo bisogna collaborare, bene che se ne parli al G20».

«Questo tipo di traffico deve diventare una priorità dei responsabili politici ed è per questo che plaudo all'iniziativa della presidenza italiana. Esiste una vera e propria rete di organizzazioni criminali e per batterla dobbiamo rispondere facendo anche noi stessi una rete, ecco perché è così' importante la collaborazione internazionale. Per questo serve una formazione specifica sia per i funzionari doganali che per quelli di frontiera e tutte le forze dell'ordine. Ad esempio il Libano, vicino di Siria e Iraq, è un Paese di transito per moltissime opere d'arte trafugate: sono molto felice dell'iniziativa presa con i Carabinieri italiani per organizzare una formazione in loco» dice Kunio Mikuriya del Wco.

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«Il patrimonio culturale - sottolinea Ghada Waly dell'Unodc - racconta la nostra storia e la insegna alle generazioni giovani con i nostri valori fondamentali, è un motore di crescita e di creazione di posti di lavoro. Tuttavia è minacciato da conflitti e instabilità. Il G20 è un'opportunità per costruire partenariati per proteggere questo prezioso patrimonio culturale. L'Italia è la patria morale della convezione di Palermo di cui l'anno scorso ricorrevano i 20 anni. Se i governi vogliono prendere sul serio la lotta al traffico illegale di opere d'arte il primo strumento da usare dato dalla convenzione è quello di considerare questi reati come molto gravi. È un traffico enorme con gruppi criminali organizzati che restano spesso impuniti» conclude.

Ultimo aggiornamento: 19:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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