Pau Donés dei Jarabe de Palo
sta lottando contro il cancro

Sabato 2 Gennaio 2016 di Enrico Chillè
Pau Donés (Instagram)
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Dalla Spagna, nella seconda metà degli anni '90, i Jarabe de Palo hanno raggiunto un successo planetario con singoli come La Flaca, Depende e Bonito. Oggi, però, la vita del gruppo è stata radicalmente trasformata dalla lotta con il cancro del cantante e leader Pau Donés.

Il 49enne musicista spagnolo, infatti, aveva annunciato nello scorso settembre di essere affetto da cancro al colon e si era operato poco dopo per un tumore maligno all'intestino crasso. Questo costrinse i Jarabe de Palo ad annullare diversi concerti, mentre Pau, sul profilo Instagram ufficiale del gruppo, ha raccontato in questi mesi le proprie paure e la lotta contro la malattia. Oggi il cantante sta meglio e il gruppo ha suonato a Barcellona il 20 e 22 dicembre per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro il cancro.





Pau, che per ora ha vinto una battaglia ma sa benissimo di dover continuare la guerra, ha scritto una lettera a El Pais in cui spiega come combattere questo male: «La vita è una sola, dobbiamo sapercela godere perché oggi ci siamo, domani non si sa. Io ho sempre avuto pochi amici veri, ma buoni, ho fatto diventare un lavoro ciò che più amavo e al mio fianco ho avuto sempre donne stupende. Mi sento figlio della natura e per questo vivo in montagna, i medici mi hanno dato anche l'ok per salire in cima. Come tutti, ho vissuto giorni di sole e giorni di ombra, ma non mi sono mai abbattuto di fronte alle avversità. Ora ho un cancro. E allora? Ho avuto anche l'influenza, la varicella e la parotite. Il cancro è solo una malattia, come tutte le altre. Sarà anche grave e pericolosa, ma ho deciso di curarmi perché me lo hanno consigliato i medici, gli stessi che mi hanno messo in guardia su una cosa: sono affetto da un oncogene, il BRAF, che potrebbe far tornare il cancro in qualsiasi momento. Ma sono prontissimo: quando tornerà, sarò sempre qui a combattere».

Pau Donés, con la sua determinazione, vuole essere un esempio per tutti: «Noi affrontiamo la morte a seconda di come abbiamo vissuto.

Per ora, alla soglia dei 50 anni, ho avuto una vita straordinaria e se il male dovesse tornare, lo affronteremo ancora. Per il momento mi godo gli affetti più cari, le risate, i sorrisi, la musica, la natura. Vado avanti, con lo stesso coraggio che ho sempre avuto e fino a quando il mio corpo lo permetterà. Ho parlato più di me che della malattia? Mi dispiace, ma non dedico mai più di cinque minuti al giorno parlando del cancro. Per questo voglio darvi dei dati che potrebbero sembrare allarmanti: il cancro è una malattia che potrà colpire, in breve tempo, la metà degli uomini e un terzo delle donne. Ma con i progressi della scienza e della medicina, in futuro potrà essere considerato davvero come una normale influenza. Quello che davvero mi preoccupa non sono le malattie, ma il mondo, malato nel come, nel quando e nel perché, nel quale viviamo. Ed è colpa della nostra maniera malata di vivere, siamo la società del benessere ma... a che prezzo?».

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