Pantheon, aperte le visite alle stanze più segrete: dal fossato del Diavolo alle mura ciclopiche della basilica di Nettuno

Restaurati i sotterranei: un tesoro che da oggi apre al pubblico con visite guidate su prenotazione

Sabato 1 Ottobre 2022 di Laura Larcan
Pantheon, viaggio nelle stanze più segrete: dal fossato del Diavolo alle mura ciclopiche della basilica di Nettuno

Il Pantheon segreto è un viaggio nella storia che parte dal fossato del Diavolo. La leggenda qui si diverte a giocare con le millenarie strutture che si svelano gradualmente a sette metri di profondità dal livello stradale. Ci si lascia alle spalle il colossale (e affollato) portico del monumento su piazza della Rotonda e ci si incammina lungo il fianco destro per una stradina che costeggia l’imponente architettura, scendendo gradualmente di livello. Il via vai convulso di Roma resta sopra le nostre teste, mentre una pesante porta in bronzo si apre sotto gli scatti della serratura scanditi dalla chiave. «Ancora funziona, nonostante i secoli», indica Gabriella Musto, l’architetto direttore del Pantheon.

 


Si entra ed il percorso regala una sorpresa continua lungo spazi praticamente sconosciuti, restituiti dopo un lungo e complesso intervento di restauro e valorizzazione.

Si scoprono così i vertiginosi ambienti della basilica di Nettuno che affonda le radici nella tarda età repubblicana, capolavoro architettonico e di finezza decorativa che venne inglobato dal primo progetto monumentale del Pantheon, quello voluto dal genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa, alla metà del I secolo a.C. Enormi blocchi di marmo che scandiscono il pavimento, ciclopiche murature che volano per quasi sedici metri d’altezza, sistemi di archi e volte impreziosite dalle trame decorative di fregi dove guizzano coppie di delfini intorno ai tridenti divini di Nettuno e a conchiglie. 

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LE TRASFORMAZIONI
Un patrimonio rimasto incastonato nel “ventre” del Pantheon e che ne ha assecondato le varie fasi di trasformazione. Dalla risistemazione voluta dall’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo d.C., quando ne avrebbe cambiato l’orientamento dell’ingresso, alla seconda vita medievale di chiesa cattolica.

Un tesoro che da oggi apre al pubblico con visite guidate su prenotazione (nel dettaglio: il sabato alle ore 10, domenica alle 16, giovedì alle 10 e alle 16, inviando una mail qui  o telefonicamente al numero: 0668300230, per un massimo di 25 persone per ciascuna visita). Un traguardo fortemente voluto dal Ministero della Cultura dopo anni di indagini e studi, ancora in corso, che porta alla luce questo piccolo mondo antico inedito che racconta una Roma nascosta vista dal Pantheon.

Con buona pace del Diavolo che, secondo il folklore millenario, avrebbe creato quel profondo fossato intorno al Pantheon (si vede da via della Palombella) mosso dalla furia contro papa Bonifacio IV che aveva osato consacrare il tempio di tutti gli Dei alla chiesa. E per questo l’ingresso gli era negato. «In realtà il fossato, che rivela l’originario livello di pavimentazione della Basilica di Nettuno, venne aperto nell’Ottocento, con i lavori del 1881 quando il Pantheon venne liberato dagli accorpamenti impattanti di strutture medievali», racconta Gabriella Musto. 


LO STUDIO
La suggestione è forte: «Qui scopriamo com’era la Roma prima della nascita del Pantheon di Marco Vipsanio Agrippa - riflette Gabriella Musto - Questo era un luogo dal profondo significato storico e simbolico, era il luogo per eccellenza dedicato alle divinità, dell’incontro tra l’umano e il divino, perché la tradizione letteraria delle fonti lo collega all’apoteosi di Romolo, luogo dove è morto il primo re di Roma e divinizzato. Un luogo che ci consente di ripercorrere la storia urbana di Roma fino al momento in cui venne eretto il Pantheon in stretta connessione con il luogo di contatto col divino. Per questo venne scelto nel 609 d.C. dall’imperatore bizantino Foca per essere donato a papa Bonifacio IV che lo dedicherà a Santa Maria ad Martyres».

Oltre il portone secolare il viaggio inizia proprio dalla Cappella di Santa Maria ad Martyres, dove il pubblico può scoprire «l’icona della Vergine con Bambinello, una delle tre più antiche di Roma», indica Musto. Opera fragilissima, ipnotica, legata alla consacrazione del 609. La bellezza del percorso, poi, sta nell’incontro continuo tra le murature a cilindro del tempio e quelle ortogonali della basilica di Nettuno. Curve e linee rette con il fraseggio diffuso di fregi e cornicioni. 


L’ATTICO
Poi si “scala” la parete per raggiungere il piano attico della Basilica di Nettuno. Museo di se stesso, a tutti gli effetti. Dai lavori dell’Ottocento raccoglie nei suoi titanici spazi tutti i reperti e i manufatti ritrovati negli scavi del monumento. Fregi con delfini, busti ritratto, cornici, laterizi con i bolli di Adriano. Per l’occasione, accompagna la visita l’allestimento della mostra Drawing on History. Disegnare con la Storia, dedicata al famoso studio di archistar Stirling e Wilford. Che hanno sempre sostenuto: «Il Pantheon resta una ricerca immortale, una lezione per tutti».
 

Ultimo aggiornamento: 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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