Le pagelle del Festival
Il favorito resta Renga

Martedì 18 Febbraio 2014 di Marco Molendini
Le pagelle del Festival Il favorito resta Renga
ARISA 5

Si affida alla morbidezza della sua voce. Fra i suoi due pezzi, il migliore Lentamente (Il primo che passa), scritto da Cristina Don, che si muove su un seducente tempo di bolero (di vaga e raveliana memoria). La seconda canzone si chiama Controvento.

FRANKIE HI NRG 6

L'unico rappresentante del rap al Festival in un momento in cui il genere spopola. Il titolo forte è «Pedala», metafora della vita legata alla bicicletta, una filastrocca sostenuta da un tempo allegro.



ANTONELLA RUGGIERO 6

Sono due pezzi, i suoi, che non tengono minimamente conto della tradizione festivaliera (non è un male) ma è anche vero che l'unico vero aggancio di seduzione è la nitidezza della sua voce. Fra i due la più afferrabile è «Da Lontano».



RAPHAEL GUALAZZI 8

Può essere la grande sorpresa. Ha due canzoni divertenti condite da un solido spirito gospel che in «Liberi o no» si libera fino a richiamare certe sonorità alla Detroit, coi fiati che sottolineano il ritmo. Una trasformazione divertente del ragazzo di Caterina Caselli.



CRISTIANO DE ANDRE' 8

L'altro fuoriclasse della gara. Intenso e commovente soprattutto con un pezzo sentito profondamente ma cantato con sobrietà evitando ogni platealità, come «Invisibili». E' una canzone che può fare strada, magari non al Festival.



PERTURBAZIONE 5

Sono due canzoni, le loro, ritmicamente leggere con qualche scivolata nella prevedibilità (specie nel testo di «L'Italia vista dal bar»). Tutto sommato potrebbe avere più chance l'altro pezzo («L'unica»).



GIUSY FERRERI 0

Il mistero del Festival. Si presenta alle prove inguainata in una sorta di tuta di pelle ma non canta (ha mal di gola) e ascolta soltanto i suoi pezzi. Aveva dato forfait anche quando le sue canzoni sono state presentate in anteprima assieme alle altre alla stampa. Si chiamano «L’amore possiede il bene» e «Ti porto a cena con me».



FRANCESCO RENGA 7

Il più indicato come possibile vincitore: per mezzi vocali (qualità indubbia) e per la costruzione dei suoi brani. «Vivendo adesso» gliela ha scritta Elisa, è meno scontata dell'altra («A un isolato da te») e offre a Francesco la giusta palestra per dare sfogo alle sue corde vocali.



GIULIANO PALMA 7

Con Gualazzi il più divertente, i suoi brani animati da uno spirito vintage, dal vivo fanno miglior figura che nel disco. «Così lontano» gioca sui fiati, menre «Un bacio crudele» punta su uno swing d'epoca fatto per intrattenere.



NOEMI 4

La ragazza è reduce da un soggiorno londinese che l'ha spinta a cambiare le coordinate della sua musica. La sua voce resta interessante, ma le due canzoni lasciano a desiderare proprio sul piano della composizione (sono sue e si chiamano «Bagnati dal sole» e «Un uomo è un albero»).



RENZO RUBINO 7

Un'altra possibile sorpresa. Il ragazzo ha personalità, gusto e una buona dose di ironia che gli permette di affondare le mani nell'ipermelodia romantica facendola diventare surreale. Il brano migliore è «Ora».



RON 7

Fa assaggiare la sua classe di autore e di interprete dalla lunga esperienza in «Un abbraccio unico», una ballata larga e ben costruita. «Sing in the rain» in versione quasi country è un brano di confezione offerto con delicatezza.



RICCARDO SINIGALLIA 6

E' un autore originale e interessante. «Prima di andare via» è un pezzo d'autore con squarci sull'Italia di oggi, mentre «Una rigenerazione» è un brano rock animato dai fiati che poi si incammina su una linea melodica.



FRANCESCO SARCINA 6

L'ex Vibrazioni ha una vocalità interessante e obliqua.

Per il Festival ha scelto due canzoni che sfruttano ritornelli cantabili: insomma tenta la carta del gradimento del grande pubblico.
Ultimo aggiornamento: 15:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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