Un figlio di emigranti abruzzesi candidato al Nobel per la Pace

Sabato 16 Maggio 2020 di Goffredo Palmerini
Odino Faccia con Papa Francesco
Tre mesi fa era a Bari, negli stessi giorni in cui Papa Francesco visitava la città per il forum “Mediterraneo frontiera di pace”. Odino Faccia, cantante argentino di origini aquilane, era arrivato nel capoluogo pugliese per un’intensa settimana di iniziative, egli che è stato candidato al Nobel per la Pace da otto Premi Nobel e da una ventina di organizzazioni internazionali. Odino è presidente di Red Voz por la Paz, fondazione affiliata all’Onu che promuove nel mondo il tema della Pace. E’ un talento, un cantante famoso non solo nelle Americhe. Con le sue canzoni e i suoi concerti semina da anni cultura di Pace. A Bari Odino era insieme a Ted Moon, presidente della fondazione coreana Hwpl, che l’ha accompagnato in una densa settimana d’incontri nelle scuole e università pugliesi, e di concerti, per far conoscere ai giovani le iniziative che le due fondazioni argentina e coreana portano avanti nel mondo per promuovere la Pace.

La candidatura al Premio Nobel è un grande riconoscimento per Odino, amato in tutta l’America Latina fino al Messico, dov’ha cantato nello Stadio Azteca davanti a 70mila spettatori. Ma anche a New York, dove si è esibito nel teatro di Radio City. Ha poi avuto il privilegio di cantare Busca la Paz, un brano con parole di Karol Wojtyla, nel 2014 in San Pietro, in mondovisione, durante la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, davanti a Papa Francesco e a Benedetto XVI.

Quella stessa canzone aveva cantato all’Aquila il 29 agosto 2012 in un evento della Perdonanza, emozionandosi perché accadeva nella terra dei suoi avi. Odino, infatti, non nasconde l’affetto per L’Aquila, fiero delle sue radici. «Mio padre Pasquale- mi dice- è nato nel 1936 ad Assergi. Venne in Argentina nel 1951, con le prime emigrazioni del Dopoguerra. Emigrò tutta la famiglia, mia nonna con i suoi cinque figli. Mio nonno li raggiunse dal Venezuela. Papà ha una ditta di ferramenta, ha saputo darsi da fare. Ha lavorato tanto e ha una posizione che ci ha assicurato una vita serena. Per me è un esempio, sono orgoglioso d’essere figlio d’un emigrante italiano! Della famiglia sono il più piccolo di quattro fratelli, nato nel 1974 a Ensenada».

Odino venne la prima volta in Italia nel 1994, poi tante altre volte ancora. Laureato all’Università di La Plata, ha seguito la sua forte propensione per la musica. Tornò in Italia nel ’98 per partecipare al Festival degli Sconosciuti di Teddy Reno. «Arrivai in finale. Poi partecipai come ospite a diversi eventi in Italia. Da allora sono tornato quasi tutti gli anni. Ho fatto tournée dappertutto. Il 17 maggio 2009, al concerto “Un Cuore per l’Abruzzo”, ebbi l’onore di cantare in apertura di quell’evento per raccogliere fondi per L’Aquila colpita dal terremoto. Coltivo il desiderio di dare un mio concerto all’Aquila, magari in una prossima Perdonanza! E’ un’aspirazione molto viva, cantare la Pace durante il giubileo di Papa Celestino».

Brillante il curriculum artistico. Nel 2009, in un suo concerto al Teatro Coliseo di Buenos Aires, ebbe il riconoscimento di Voce per la Pace, consegnatogli dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Peres Esquivel. Negli anni successivi ha tenuto molti concerti in Panama, Messico, Brasile e Stati Uniti. Nel 2015, la Domenica delle Palme nella Messa in piazza San Pietro, cantò “Para que todos sean uno”, brano con musica sua e parole tratte dalle omelie di Papa Francesco.

«L’autore del testo è a tutti gli effetti Papa Francesco. Presi dalle sue omelie le parole più belle, le adattai alla musica e il Papa diede l’approvazione. Poco dopo averla cantata cedetti i diritti d’autore al Papa he deciderà come destinare i proventi».

Goffredo Palmerini
Ultimo aggiornamento: 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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