Musei Vaticani, green pass e controllo identità: scelta la via della sicurezza per istituzione leader nel mondo

Sabato 31 Luglio 2021
Musei Vaticani, green pass e controllo identità: scelta la via della sicurezza per istituzione leader nel mondo

A partire dal 6 agosto i Musei Vaticani si allineano alle disposizioni italiane e adottano la certificazione verde il cui controllo sarà accompagnato dalla verifica dell'identità. Il tema del pass in ambito culturale rimane caldo dopo episodi gravi come gli assalti social all'Egizio di Torino che ricorda ai suoi visitatori la prossima, imminente obbligatorietà del Green pass. «A partire da venerdì prossimo e sino a diversa disposizione - si legge sul sito degli stessi Musei, uno dei top five al mondo -, l'accesso ai Musei Vaticani e a tutte le aree di loro pertinenza sarà consentito soltanto a quanti siano in possesso di una Certificazione verde Covid 19 (o equivalente)».

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A vigilare che tutti i turisti in arrivo, molti anche da destinazioni extra Italia, ed extra Ue, siano effettivamente in possesso di un Green pass o del suo equivalente (ad esempio, la città di New York ha emesso uno specifico Pass, dal nome Excelsior pass) sarà lo steso personale vaticano che potrà chiedere di esibire contestualmente un documento d'identità.

I Musei del Papa, dunque, di cui fa parte ormai da diversi anni anche la residenza pontificia di Castel Gandolfo, sono in sintonia non solo con le norme italiane ma, evidentemente, anche con la linea pro vax dello stesso Bergoglio che è stato uno dei primi leader mondiali a vaccinarsi e che in una intervista tv rilasciata nel corso della seconda ondata, ha definito «negazionismo suicida» l'atteggiamento di chi rifiuta l'inoculazione.

I Musei, che rappresentano in qualche modo la vera 'cassaforte' del Vaticano grazie ai ticket d'ingresso, hanno subito forti perdite durante i lunghi mesi della pandemia, nell'ordine di diverse decine di milioni di euro. Risorse certamente preziose per tutto il bilancio vaticano. Prima del Coronavirus, il polo museale viaggiava su una media di 6 milioni di visitatori l'anno, cifra che lo collocava da anni in testa alle classifiche mondiali insieme a veri templi dell' arte come il Louvre e il Met.

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Addirittura, prima del covid, ai Vaticani si invocava spesso anche la «crescita zero», cioè il non aumento in numeri e ritmi dei visitatori in modo da preservare le opere d' arte, Cappella sistina in primis. La pandemia ha però stravolto ogni cosa, imponendo chiusure e restrizioni. Ed è chiaro ora, con questa nuova scelta che arriva tra l'avvio della quarta ondata e la speranza comune di un ritorno alla normalità, che, nonostante il calo degli introiti, la sicurezza sanitaria viene anteposta alle esigenze economiche. 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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