Monica Vitti, un mare di fiori gialli per la camera ardente in Campidoglio

Venerdì 4 Febbraio 2022
Monica Vitti, un mare di fiori gialli per la camera ardente in Campidoglio

Un mare di mimose e rose soprattutto gialle, il colore preferito da Monica Vitti, dai quattro grandi vasi intorno al feretro ai tanti mazzetti portati dal flusso di persone di ogni generazione, fra le quali anche tante famiglie, genitori e figli insieme a renderle omaggio, hanno colorato la camera ardente in Campidoglio, che riprenderà domani dalle 10 alle 13.00, per l'icona del cinema scomparsa il 2 febbraio a 90 anni. 

La camera ardente della Vitti

Ad accogliere il feretro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che si è fermato con il marito dell'attrice Roberto Russo, che poi è rimasto per tutta la giornata circondato da parenti e amici.

Tra i primi ad arrivare, Walter Veltroni, che su richiesta di Russo aveva annunciato la scomparsa dell'attrice sui social, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Sua anche una delle due grandi corone in fondo alla sala, insieme a quella del Sindaco e a un gonfalone della Lazio, squadra del cuore dell'interprete di L'avventura, Ad accompagnare chi entra, un montaggio di sue foto, fra set e vita. Monica Vitti «era un'attrice straordinaria che giustamente viene ricordata e celebrata in tutto il mondo. Noi la vogliamo onorare - spiega Gualtieri -. La Casa del cinema organizza su di lei una rassegna e cercheremo anche di ricordarla adeguatamente, intitolandole un luogo della nostra città». Per il ministro della Cultura Dario Franceschini era «una donna straordinaria e un'attrice incredibile, rimasta, nonostante gli ultimi anni di assenza, vividissima nel cuore degli italiani, come dimostra l'ondata di amore e affetto che sta ricevendo». Dacia Maraini che aveva stretto un legame profondo con lei dal film Teresa la ladra (1973) adattamento del suo romanzo Memorie di una ladra, spiega che «Monica aveva una capacità che andava al di la del talento attoriale. Dei suoi film era anche regista. Custodisco la sua allegria, sempre pronta a giocare e ridere». Marisa Laurito ricorda i tanti anni passati insieme, «io allora non ero ancora nessuno. Cantavamo, suonavamo, ridevamo... Era una donna molto speciale umanamente e artisticamente, elegante, di classe, ironica. intelligente, bella. Abbiamo perduto tanto». Tra le amiche più care arriva anche Giovanna Ralli: «E' stata un'amica straordinaria e la più grande attrice del cinema italiano - dice -. Ricordo le cene che organizzava a casa sua, alle quali veniva spesso anche Alberto Sordi. Alla fine ci mettevamo a ballare. Alberto scherzava con noi e mi diceva, Monica è brava ma tu sei un pò buzzichella».

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L'ex sindaco di Roma ed ex ministro della Cultura Francesco Rutelli, oggi presidente dell'Anica, nota che per quanto la sua lunga distanza e sofferenza «ci dovrebbero spingere alle lacrime, si deve parlare di lei con il sorriso. Tutti - dice- la ricordiamo per la sua ironia, il talento, la bellezza singolare, i dubbi avuti per tutta la vita, che l'hanno resa umana e l'hanno fatta amare e capire da tutti». Roberto Russo, racconta ancora Rutelli, «mi ha ricordato che avrei dovuto sposarli, nel 2000. Purtroppo ero in Cina per un impegno istituzionale e abbiamo mancato l'occasione. Ma sempre qui nel 2000 c'era stato il giorno indimenticabile di Alberto Sordi sindaco e lei fu uno degli ospiti clou per il rapporto formidabile che avevano». Tra i volti del mondo dello spettacolo (molti saranno ai funerali di domani pomeriggio alla Chiesa degli Artisti) che le rendono omaggio ci sono anche l'amministratore delegato di Cinecittà Nicola Maccanico («Se il nostro cinema conta quanto conta, lo dobbiamo a personaggi della sua grandezza«), Citto Maselli e attori come Pino Quartullo, Diego Ribon (»era una grande attrice e una donna meravigliosa, carica di umorismo e ironia«) e Antonella Ponziani: »Era il mio mito«. Oggi però è principalmente la giornata di tante persone comuni venute per un ultimo saluto: oltre ai fiori, le portano messaggi, lettere, ritratti e riempiono i libri delle condoglianze (adornati da mimose e rose gialle) di dediche commoventi, come »Il vuoto tutto intorno, ma non dentro«, »Grazie per i sogni« o »sei stata la mamma di tutti noi«. Fra gli altri, Emanuela, che ha portato una rossa rossa »perché lei amava il turchese e il corallo. Aveva una grande femminilità, ed è sempre stata un esempio nel modo in cui ha difeso e valorizzato la dignità delle donne«. Massimo spera che »le attrici che iniziano adesso la loro carriera la studino«. Mentre per Roberta »Monica Vitti ha rappresentato un modello di femminilità, talento e autorevolezza.... le voglio bene».

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Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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